Calderoli: compartecipazione dei Comuni all'Irpef al 2,5%
Proposta in Bicamerale: «Manovrabilità per addizionale comunale. Più accentuata per quei Comuni che si dimostreranno più attivi nella lotta all'evasione fiscale»
ROMA - Una compartecipazione dei Comuni all'Irpef «in prima approssimazione ipotizzabile al 2,5%», una «certa manovrabilità» dell'addizionale comunale all'Irpef, «più accentuata per quei Comuni che si dimostreranno più attivi nella lotta all'evasione fiscale», la trasformazione della Tia-Tarsu in una «tassa sui servizi legata non solo alla superficie ma anche alla rendita catastale degli immobili», con correttivi legati alla composizione del nucleo familiare. Sono le proposte di modifica al decreto legislativo sul fisco municipale, avanzate ieri dal ministro Roberto Calderoli nella riunione della Bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale, specificando che gli interventi sull'addizionale comunale e quello sulla Tia-Tarsu dovrebbero essere oggetto di specifici provvedimenti.
Nel corso della stessa riunione, si legge nel bollettino parlamentare, Calderoli ha confermato la doppia aliquota della cedolare secca sugli affitti (20% per i canoni concordati, 23% per quelli liberi, con la maggiorazione del 3% destinata al fondo per le detrazioni a favore degli inquilini con figli a carico) e la nuova tassa di soggiorno, prospettando la possibilità di «riservare ai capoluoghi di provincia la competenza di introdurre e gestire la tassa di soggiorno, al fine di coordinarne le modalità impositive tra i diversi comuni».
Tornando alla compartecipazione all'Irpef, Calderoli ha riconosciuto la «sperequazione» determinata dall'impostazione originaria del decreto, proponendo di intervenire sull'imposta municipale sui trasferimenti, attribuendo il gettito allo Stato il quale sarebbe tenuto a trasferirne ai comuni una quota compresa tra il 20 il 30%. In cambio, appunto, sarebbe introdotta la compartecipazione all'Irpef.