Aborto, Papa: proteggere il diritto di obiezione dei medici
L'ammonimento del Pontefice: «Le leggi che lo limitano sono contro la libertà religiosa»
ROMA - Il Papa è tornato ad ammonire gli Stati che limitano l'obiezione di coscienza dei medici e dei sanitari sul tema dell'interruzione di gravidanza, in occasione del suo incontro con gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede. In un lungo discorso centrato sullo stato della libertà religiosa nel mondo, dopo aver ricordato il terrorismo anticristiano in Medio Oriente e i limiti imposti alle organizzazioni ecclesiastiche in Cina, Benedetto XVI ha spostato il suo sguardo «dall'Oriente all'Occidente», dove, ha detto, «ci troviamo di fronte ad altri tipi di minacce contro il pieno esercizio della libertà religiosa. Penso, in primo luogo, a Paesi nei quali si accorda una grande importanza al pluralismo e alla tolleranza, ma dove la religione subisce una crescente emarginazione. Si tende a considerare la religione, ogni religione, come un fattore senza importanza, estraneo alla società moderna o addirittura destabilizzante, e si cerca con diversi mezzi di impedirne ogni influenza nella vita sociale».
RISOLUZIONE UE - «Si arriva così a pretendere - ha affermato Ratzinger - che i cristiani agiscano nell'esercizio della loro professione senza riferimento alle loro convinzioni religiose e morali, e persino in contraddizione con esse, come, per esempio, là dove sono in vigore leggi che limitano il diritto all'obiezione di coscienza degli operatori sanitari o di certi operatori del diritto. In tale contesto, non si può che rallegrarsi - ha sottolineato - dell'adozione da parte del Consiglio d'Europa, nello scorso mese di ottobre, di una Risoluzione che protegge il diritto del personale medico all'obiezione di coscienza di fronte a certi atti che ledono gravemente il diritto alla vita, come l'aborto».
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