27 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Lega Nord

Bossi «spara» su Roma, il Governo si dissocia ma scoppia la bufera

Alemanno-Polverini sotto attacco chiedono l'intervento del Premier

ROMA - Già dava fastidio quando a dire che 'Spqr' significa non 'Senatus populusque romanus» ma «sono porci questi Romani» era un barbaro con i pantaloni rossi e l'elmo con le alette di nome Asterix, figuriamoci cosa può succedere quando a strillarlo, nel bel mezzo di un comizio politico, è il leader del secondo partito di maggioranza, per di più ministro della Repubblica con deleghe alla riforma federalista: il disastro. Ciononostante, il 'solito' Umberto Bossi ieri sera ha sparato a zero su Roma una volta di più, «una volta di troppo», per dirla con l'opposizione, e così forte che nemmeno i fedelissimi alleati di governo hanno potuto difenderlo più di tanto. Le reazioni dell'esecutivo alle parole del Senatur, infatti, sono riassumibili con un 'stavolta ha esagerato, per fortuna che tra il dire e il fare...', mentre le opposizioni ne hanno semplicemente chiesto le dimissioni.

Chi invece si è di colpo trovato fra l'incudine e il martello sono stati gli amministratori romani eletti dal centrodestra, il sindaco Gianni Alemanno («scriverò al premier per chiedere un atteggiamento più consono al ruolo di Roma Capitale«) e la presidente del Lazio Renata Polverini («da parte del Governo ci sia una presa di distanza da parole offensive che vanno oltre il solito folklore«), entrambi combattuti tra la necessità di tutelare i propri concittadini e quella, più politica, di non attaccare troppo forte un alleato più che mai prezioso, soprattutto in vista del redde rationem parlamentare di mercoledì.