I Vescovi: stop alle liti personali
Il cardinal Bagnasco: angustiati per il Paese. Ai politici: «Serve supplemento di lealtà e molto buon senso»
ROMA - I vescovi sono «angustiati per l'Italia». Il presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Angelo Bagnasco, non menziona esplicitamente lo scontro interno alla maggioranza e la contrapposizione tra Fini e Berlusconi, ma, nella prolusione al Consiglio permanente della Cei, dedica un passaggio alle «discordie personali che, diventando presto pubbliche, sono andate assumendo il contorno di conflitti apparentemente insanabili» «Nel nostro animo di sacerdoti, siamo angustiati per l'Italia», ha detto Bagnasco. «E' anche il nostro Paese, vi sono radicate le nostre Chiese, ci vivono i nostri fedeli, da secoli vi risuona il Vangelo, con il quale saremmo pronti a dare la nostra stessa vita. Anche a noi è capitato di vivere, nell'ultimo periodo, momenti di grande sconcerto e di acuta pena per discordie personali che, diventando presto pubbliche, sono andate assumendo il contorno di conflitti apparentemente insanabili; e questi - ha proseguito Bagnasco - sono diventati a loro volta pretesto per bloccare i pensieri di un'intera Nazione, quasi non ci fossero altre preoccupazioni, altri affanni».
Denigrazione anticamera dell'implosione - «A momenti, sembriamo appassionarci al disconoscimento reciproco, alla denigrazione vicendevole, e a quella divisione astiosa che agli osservatori appare l'anticamera dell'implosione, al punto da declassare i problemi reali e le urgenze obiettive del Paese»: con queste parole il cardinale Angelo Bagnasco ha parlato - senza esplicitare il riferimento allo scontro di queste ore in seno alla maggioranza di Governo - della situazione italiana.
«Alla necessaria dialettica si sostituisce la polemica inconcludente, spingendosi fino sull'orlo del peggio. Poi, alla vista dell'esito estremo, si raddrizza il tiro, ci si riprende; si tira un respiro di sollievo per scampato pericolo, finendo tuttavia - altro guaio - per tenere uno sguardo affezionato a quello che in precedenza era stato il campo di battaglia», ha detto Bagnasco aprendo i lavori del Consiglio permanente della Cei. «Si preferisce indugiare con gli occhi tra le macerie, cercare finti trofei, per tornare a riprendere quanto prima la guerriglia, piuttosto che allungare lo sguardo in avanti - ha detto ancora Bagnasco - disciplinatamente orientato sugli obiettivi comuni, per i quali è richiesta una dedizione persistente e convergente».
L'appello ai «Cattolici credibili» - Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, torna ad invitare i cattolici «con doti di mente e di cuore» a «buttarsi nell'agone» politico. «Come Vescovi, sentiamo di dover esprimere stima e incoraggiare quanti si battono con abnegazione in politica; facciamo pressione perché si sappiano coinvolgere i giovani, pur se ciò significa circoscrivere ambizioni di chi già vi opera. Ai cattolici con doti di mente e di cuore diciamo di buttarsi nell'agone, di investire il loro patrimonio di credibilità, per rendere più credibile tutta la politica. Lasciamo volentieri ai competenti il compito di definire i modi di ingaggio e le regole proprie della convivenza. A noi tocca però segnalare come una «città» la si costruisca tutti insieme, dall'alto e dal basso, in una sfida che non scova alibi nella diserzione altrui. Le maturazioni generali hanno bisogno di avanguardie», ha concluso Bagnasco: «Ognuno deve interrogarsi se è chiamato a un simile compito».
La Chiesa e la Pedofilia - Nel recente viaggio in Gran Bretagna il Papa ha usato «parole nuove e dure di condanna per i responsabili» di abusi sessuali sui minori e a Benedetto XVI il cardinale Angelo Bagnasco invita i vescovi italiani a guardare nella rimozione di questo «delitto angosciante» dal «costume ecclesiale. Come non pensare anche a quei sacerdoti che si sono macchiati di inqualificabili crimini, con abusi su bambini e ragazzi, segnando con ciò in maniera profonda le loro giovani esistenze?», si è domandato Bagnasco, che aveva appena sottolineato come «il vero pericolo viene da chi, insieme al corpo, uccide anche l'anima».
«Ue livello più idoneo per il problema dei Rom» - La questione dell'ospitalità che va offerta ai Rom «si è di recente imposta a livello europeo, il più idoneo ad evitare soluzioni che umilino il senso di responsabilità del continente»: così il cardinale Angelo Bagnasco. «Sono scenari diversi - ha detto il presidente della Cei in un passaggio della sua prolusione al Consiglio permanente dei vescovi italiani - di quella frontiera educativa che oggi attraversa ogni comunità, eludere la quale significa arrendersi non in una singola controversia, ma alla sfida trasversale e decisiva circa il nostro futuro».