19 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Approvato il testo finale direttiva 86/609

Vivisezione, LAV: UE deludente

«In fase di recepimento Italia non perda occasione di adottare misure positive in favore dei metodi alternativi»

BRUXELLES - Il Parlamento Europeo ha approvato il testo finale per la Direttiva 86/609 che regolamenta l’utilizzo degli animali per fini scientifici.
«Nel complesso il testo approvato risulta deludente, soprattutto in considerazione dei progressi scientifici, dell’affermarsi dei metodi alternativi all’uso di animali e dell’opinione pubblica espressasi in modo chiaramente contrario alla sperimentazione animale», afferma Michela Kuan, biologa, responsabile nazionale LAV settore Vivisezione.

Il testo proposto nella sua prima versione del novembre del 2008, era fortemente innovativo rispetto al vigente e, anche se non totalmente coerente con le ottiche animaliste, presentava numerosi punti migliorativi per la tutela e il benessere degli animali da laboratorio; purtroppo tale testo nel corso dei mesi è stato modificato attraverso vari passaggi, tutti peggiorativi. La lobby vivisettoria ha, infatti, ben saputo veicolare le scelte politiche per ottenere maggiore libertà e minori restrizioni nel ricorso al modello animale.
Tra gli articoli più negativi abbiamo: la possibilità di poter ricorrere, anche se in deroga, a gatti e cani randagi (ma in Italia tale pratica è vietata fin dal 1991), la possibilità di utilizzare specie in via d’estinzione e/o catturate in natura (compresi i Primati e in particolare le grandi scimmie), il ricorso a soppressione per inalazione di anidride carbonica come metodo di uccisione di riferimento, definito dalla legge come «umanitario» ma che in realtà provoca alti e prolungati livelli di sofferenza, fatto riconosciuto scientificamente; la possibilità di effettuare esperimenti senza anestesia, autorizzazione anche per esperimenti altamente dolorosi.

«Ma non sono, ancora, del tutto perse le speranze per i 12 milioni di animali che ogni anno muoiono nei laboratori europei: infatti, a questo punto - spiega Gianluca Felicetti, presidente della LAV- sarà fondamentale che nell’iter di recepimento nazionale della Direttiva, Governo e Parlamento traducano in fatti le dichiarazioni di questi giorni, inserendo disposizioni più restrittive di quelle di Strasburgo e lo sviluppo concreto dei metodi di ricerca che non fanno uso di animali».