L'Arcigay contro il clima di omofobia in Italia
Il Presidente nazionale Patanè: «Grave e sconcertante il silenzio della politica»
ROMA - Un appello alla comunità internazionale per denunciare il clima di omofobia e di discriminazione in Italia. E' l'iniziativa di Arcigay che ha inviato una lettera appello (ai media, istituzioni, associazioni, blog, ambasciate) per denunciare il clima di insostenibile disagio,pressione e discriminazione in cui la comunità lgbt vive in Italia.
«Di fronte al continuo reiterarsi di episodi di omofobia e trans fobia ,e persino alla negazione dei gesti della più semplice e limpida affettività, come il bacio tra due persone che si amano o che si piacciono, non possiamo non evidenziare il silenzio assoluto delle Istituzioni nazionali e del Legislatore. Prendiamo atto piuttosto - si legge nell'appello - di un clima generale di pericoloso neo moralismo e di maggiore pesantezza ed aggressività ,caratterizzato da dichiarazioni e gesti da parte di alcuni amministratori o rappresentanti di partito che vanno dall'indifferenza fino alle aperte manifestazioni di ostilità ed omofobia».
«La guerra ai baci gay a cui stiamo assistendo - evidenzia Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay - è un attacco alla visibilità delle persone,e dunque alla loro stessa basilare dignità. Per questa ragione ci siamo rivolti ,e sempre più lo faremo, alla comunità internazionale perché ci aiuti in questa battaglia di democrazia e libertà. Oggi quel riverbero di insicurezza e diffidenza che le persone lgbt derivano dai tanti episodi di discriminazione o violenza, mina seriamente la percezione della nostra stessa cittadinanza ,e pone duri interrogativi sul come possano sentirsi le persone lgbt provenienti da altri Paesi dell'Unione in contesti per nulla accoglienti ed inclusivi».
Sul piano dei diritti civili l'anomalia italiana è un evidente problema all'interno dell'Unione europea, «e chi ,gay o lesbica o trans, passa il nostro confine - continua Patanè - sa di entrare in un contesto in cui la sua dignità di persona vale meno che in qualsiasi Paese civile».
«Nel nostro Paese - conclude Patanè - alcune istituzioni hanno dato e stanno dando segnali importanti di attenzione, sostegno e serietà ,e penso ad UNAR ed alla Polizia di Stato con la recente costituzione di un Osservatorio (OSCAD),ma ciò che è grave e sconcertante è l'assenza dei partiti ed il silenzio gravissimo del legislatore che ammutolisce e cancella la vita delle famiglie dello stesso sesso e l'emarginazione, la solitudine e la paura di decine di migliaia di persone».
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