29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
Politica

Da «Famiglia cristiana» un appello all'etica

Bagnasco cita San Lorenzo: «Ricordava il codice morale all'Imperatore»

ROMA - Non fa nomi e cognomi, Famiglia Cristiana. E certo non li fa il cardinale Angelo Bagnasco nell'omelia della festività genovese di San Lorenzo. Ma dal settimanale cattolico e dal capo dei vescovi si leva, all'unisono, un appello all'etica che cade nel mezzo di un frangente politico in cui la questione morale, da monito valido per tutti, è stata trasformata in strumento polemico di parte.

Il dibattito politico è dominato dalla vicenda della casa di Montecarlo finita al fratello della compagna di Gianfranco Fini. Prima della rottura tra il presidente della Camera e il premier Berlusconi, erano state la casa del ministro Scajola, il processo del neoministro Brancher, le frequentazioni del sottosegretario Caliendo a fornire argomenti critici ai 'finiani'. Vicende sulle quali nelle scorse settimane i vertici della Chiesa italiana hanno preferito non intervenire direttamente. E ancora oggi Bagnasco fa attenzione a non puntare il dito contro nessuno, ma denuncia che «alla radice di tanti mali e di tante povertà vi è il sottosviluppo morale». La Chiesa, afferma il presidente dei vescovi italiani, «non cessa di servire il mondo, nella persona amata dei poveri e nella figura delle istituzioni che presiedono il bene comune, anche con il richiamo alla dimensione etica della vita personale e sociale». Nella festività di San Lorenzo l'arcivescovo di Genova cita anche la storia del santo patrono, che all'imperatore Valeriano ricordava «che esiste un codice morale che nasce dallo spirito e dalla natura stessa di ogni uomo». Lo stesso compito che, oggi, intende svolgere la Chiesa con un mondo politico poco attento ai risvolti morali della proprie azioni.

Con la consueta franchezza di termini, anche Famiglia Cristiana, senza fare nomi, va all'attacco. «Mancano persone capaci di offrire alla nazione obiettivi condivisi. E condivisibili. Non esistono programmi di medio e lungo termine», scrive il settimanale dei paolini. «Non emerge un'idea di bene comune, che permetta di superare divisioni e interessi di parte. Se non personali. Si propone un federalismo che sa di secessione. Senz'anima e solidarietà. Un Paese maturo, che deve mirare allo sviluppo e alla pacifica convivenza dei cittadini, non può continuare con uomini che hanno scelto la politica per 'sistemare' sé stessi e le proprie 'pendenze'».