25 settembre 2023
Aggiornato 12:00
Inondazioni in India

Centinaia di stranieri bloccati tra le meraviglie del Ladakh

Di un'ottantina si conosce la nazionalità: otto sono italiani. Tra le 150 delle 165 vittime finora identificate, non risultano occidentali

NUOVA DELHI - Centocinquanta sono stati portati in salvo; più di 200, almeno, quelli ancora bloccati tra le montagne del Kashmir, in attesa dei soccorsi. Turisti stranieri, attratti dalle montagne himalayane del Ladakh, una delle mete più ambite. Soprattutto in questo periodo, come avevano dichiarato ad Apcom, un paio di giorni fa, fonti dell'Ambasciata italiana a Nuova Delhi, «perché nel resto del Paese fa troppo caldo e i turisti preferiscono andare a nord».

Circa 150 turisti bloccati a Leh sono stati portati in luoghi più sicuri dall'esercito, che prosegue nelle operazioni di soccorso. Lo riferiscono fonti dell'esercito indiano all'Indo-Asian News Service (Ians). Nell'ospedale di Leh sono invece ricoverati circa 400 feriti gravi, tra cui non risultano stranieri, come confermato dalla Farnesina. Sono 151, invece, le persone di diverse nazionalità bloccate a Lamayuru, una delle maggiori attrazioni turistiche del distretto di Leh, con i suoi monasteri buddisti. L'esercito, in attesa di portarli in salvo, ha provveduto a portare ai turisti beni di prima necessità. L'esercito ha anche reso noto che 28 militari risultano dispersi, al confine con il Pakistan.

Sono invece 76 i turisti bloccati a Pang, secondo i dati forniti dagli uffici governativi del Kashmir, a un'altitudine di circa 4.400 metri: oltre a sette italiani, ci sono 25 israeliani, dieci britannici, otto francesi, sei cechi, quattro spagnoli, due tedeschi, due cileni, due statunitensi, due olandesi, due australiani, due estoni, un canadese, un irlandese, un russo e un danese. A Biamah, invece, insieme alla turista italiana ci sono quattro francesi, due irlandesi e una giapponese. La scorsa notte, l'aviazione indiana aveva portato in salvo 81 turisti stranieri, bloccati nella Valle di Zanskar.

Tra le 150 delle 165 vittime finora identificate, non risultano occidentali: ci sono indiani, nepalesi e tibetani, dai 9 mesi ai 92 anni.