19 agosto 2025
Aggiornato 00:30
Giustizia «lenta»

Morta a 95 anni, da 40 era in attesa di una Sentenza per causa civile

La Procura generale della Cassazione apre un'indagine sulla vicenda

ROMA - Un'anziana e simpatica nonnina di S. Gregorio da Sassola alle porte di Tivoli (Roma), avrebbe compiuto a breve 95enne, ma si è spenta per una lunga ed invalidante malattia. Ne aveva una cinquantina quando negli anni '70 iniziò una causa civile contro i parenti per una consistente eredità materna.

Dopo decenni passati tra carte bollate, udienze rinviate, giudici sostituiti, avvocati cambiati o deceduti, codici e leggi che si sono susseguite nel corso degli anni , l'anziana donna, stufa di attendere, aveva deciso di fare causa allo Stato Italiano invocando l'applicazione dell'art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti Dell'Uomo (trasfusa nella L. 89/2001) che «punisce» pecuniariamente lo Stato per l'eccessiva durata di un processo.

Esemplare e veloce la decisione della Corte di Appello di Perugia, che accogliendo il ricorso della donna, patrocinato dagli Avv.ti Giacinto Canzona ed Anna Orecchioni - aveva condannato il Ministero della Giustizia a pagare alla donna 8.000 euro oltre agli interessi legali: era il 10.4.2006.

Il Ministero della Giustizia - spiegano i legali - avrebbe dovuto immediatamente onorare il debito nei confronti della vecchietta, pronta a godersi «da viva» la meritata vittoria. Purtroppo così non è stato e a poco sono serviti i numerosi atti di precetto contro l'Amministrazione che si è vista pure pignorare le fotocopiatrici.

La Procura Generale della Cassazione, appresa la vicenda dai mass media, ha deciso di aprire un'indagine per accertare se sussistono responsabilità degli Uffici Giudiziari preposti ovvero del Ministero.

La Presidenza della Corte di Appello di Roma - concludono i legali - si è immediatamente ed efficacemente attivata per fornire tutte le informazioni e la documentazione.