Vendola: mi sento fino in fondo prigioniero di un dovere
«Potevo fuggire per non consentire il commento di nessun idiota»
BERTINORO - «Mi sento fino in fondo prigioniero di un dovere». Così il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, spiega la decisione di candidarsi alle primarie del Partito democratico, e risponde ai commenti di qualche «idiota» che lo ha definito «arrivista e matto».
«Mi sento fino in fondo prigioniero di un dovere. La mia candidatura - dice Vendola da Bertinoro, dove partecipa alla scuola di politica promossa da 'Democratica' fondazione presieduta da Walter Veltroni - è la ufficializzazione di una cosa che esiste nella società italiana, è una domanda che c'è in giro. Potevo anche fuggire da questa domanda, per non consentire a nessun idiota di dire 'guarda che arrivista, guarda che matto'. Purtroppo ho una concezione antica della politica come espressione alta dei proprio doveri morali».
«Non sono un esperto di lotta politica all'interno di altri partiti - aggiunge il governatore della Puglia -, ancora oggi non so chi mi abbia sconfitto all'interno del mio partito (Rifondazione, ndr.)» e quindi «non voglio fare lo stoico della politica, faccio molto modestamente politica». Per questo «è fondamentale avere generosità». «Io di mio, di istinto - continua Vendola - proprio per il disprezzo che ho per il potere e i suoi codici, volentieri a questa età me ne andrei in pensione, in vacanza, a pregare, a studiare, a dipingere, studiare».
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