26 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Indagini «P3»

Verdini: basta con le comunicazioni giudiziarie a mezzo stampa

Il coordinatore del PDL: «Cerchino pure i conti ovunque, ne ho solo con il Creditcoop fiorentino»

ROMA - «Adesso basta. Da parecchi giorni, praticamente in tempo reale con gli arresti, le redazioni di tutti i quotidiani e delle agenzie di stampa sono in possesso di una «chiavetta», altrimenti detta «pen drive», che contiene le oltre 14mila pagine dell'inchiesta relativa alla fantomatica P3». Il coordinatore del Pdl Denis Verdini passa al contrattacco contro le anticipazioni di stampa sull'inchiesta a suo carico.

«Non voglio passare per stupido, illudendomi che esista ancora il segreto istruttorio, diventato invece come l'araba fenice -denuncia Verdini- ma allo stesso tempo non posso non notare che le notizie relative alla mia persona vengano distillate giorno dopo giorno, quasi vi fosse una regia, facendo finta che si entri all'improvviso in possesso di nuovi elementi. Tra l'altro, viene fatta una lettura assolutamente parziale e superficiale delle carte».

«Leggo per esempio da alcune agenzie le anticipazioni della prossima puntata di sospetti e veleni contro di me. Come se si trattasse di una novità, e non parte delle 14mila pagine ormai conosciute, salta fuori che la Guardia di Finanza avrebbe avuto l'incarico di verificare l'esistenza di miei conti correnti presso l'Unicredit e altre banche, come se vi avessi nascosto un fantomatico tesoretto illegale. Come ho già detto in relazione ad altri articoli simili e relativi a miei inesistenti conti all'estero - assicura il coordinatore Pdl- cerchino pure ma chiarisco fin da subito che l'unica banca presso la quale esistono rapporti attivi e depositi è quella che presiedo, cioè il Credito Cooperativo Fiorentino».