12 ottobre 2025
Aggiornato 06:00
Ddl intercettazioni

Pd ai finiani: votiamo insieme «emendamenti doc»

Franceschini tenta di sparigliare le carte: «Ok alle modifiche della Bongiorno, ma loro ne votino 7 delle nostre»

ROMA - Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera, spariglia le carte e chiede a Gianfranco Fini «in qualità di leader politico» e ai deputati finiani l'appoggio a sette emendamenti dei Democratici al ddl intercettazioni. «Premesso che il nostro atteggiamento nei confronti di questa legge è fortemente critico e che condurremo alla Camera una battaglia intransigente, usando tutti gli strumenti concessi dal regolamento - dice Franceschini incontrando i cronisti a Montecitorio - abbiamo anche il dovere di lavorare per la riduzione del danno» che potrebbe essere cagionato dal ddl nella forma attuale.

Per questo, il presidente dei deputati democratici chiede, con una mossa a sorpresa, ai finiani «un sì o un no politico, oltre che con il voto, a sette proposte di modifica della legge sulle intercettazioni, che corrispondono - spiega - a modifiche al ddl sulle quali gli stessi finiani, Fini compreso, hanno concesso interviste e rilasciato dichiarazioni da cui si deduce un'identità di posizioni».

Insomma, l'ipotesi emendamento-grimaldello ventilata ieri per modificare la legge si potrebbe sostanziare nelle proposte dei democratici, che Franceschini identifica, nella mole degli oltre 400 presentati, come «base» e «cardine» della politica di riduzione del danno voluta dai democratici, ma che in realtà sono tutte tese a modificare l'impianto generale della legge. Le modifiche del Pd intervengono infatti in prima battuta per cambiare i parametri in base ai quali vengono concesse le proroghe oltre il termine di 75 giorni fissato come massimo per la durata delle intercettazioni, rafforzando semplicemente l'onere della motivazione con cui si chiede di continuare con gli ascolti.

I democratici, poi, propongono di abolire del tutto le sanzioni a carico degli editori, di togliere la competenza al tribunale collegiale per le proroghe alle intercettazioni, di parificare le intercettazioni ambientali a quelle telefoniche e quindi di applicare per entrambe le stesse regole, di parificare la disciplina delle intercettazioni nelle indagini per associazione non di stampo mafioso a quella per le indagini su mafia e terrorismo e di tornare infine ai 'gravi indizi di reato' come presupposto base per l'uso delle intercettazioni.