Sisma Abruzzo, il corteo a palazzo Grazioli
All'iniziativa partecipano sindacati, enti culturali, comitati e associazioni dei cittadini abruzzesi. Tafferugli a palazzo Venezia e due feriti
ROMA - «Vergogna, vergogna»: a gridarlo i manifestanti del corteo composto da cittadini dell'Aquila e sindaci del cratere che, mentre si stavano dirigendo in piazza Navona verso il Senato dove oggi si discuterà la manovra economica del Governo, hanno cambiato rotta per fermarsi davanti a palazzo Grazioli, dove risiede il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dove è in corso il vertice della maggioranza. I manifestanti hanno tentato di 'rompere' il cordone formato dalle forze dell'ordine per bussare al portone del palazzo.
Sono stati bloccati da un imponente spiegamento di polizia e carabinieri all'angolo tra via del Plebiscito e via della Gatta, dunque a pochi passi dalla residenza romana del premier. Sia la parte antistante che retrostante al palazzo è blindata da un cordone di forze dell'ordine. I cittadini abruzzesi che questa mattina già erano riusciti ad arrivare davanti a Montecitorio, continuano ad urlare i loro slogan.
I terremotati abruzzesi chiedono al governo interventi su tasse, economia e ricostruzione delle zone colpite dal sisma dell'aprile 2009, in particolare che sia prorogato lo stop al pagamento delle imposte e dei mutui.
In un clima arroventato anche per la temperatura sotto il solleone, il momento di maggior tensione si è registrato a piazza Venezia, dove alcune centinaia di manifestanti si sono radunati per raggiungere in corteo prima la Camera, poi il Senato. I tafferugli hanno visto contatti fisici fra i cordoni della polizia e i manifestanti, fra spintoni e colpi di manganello. Due ragazzi abruzzesi sono rimasti feriti.
All'iniziativa partecipano sindacati, enti culturali, comitati e associazioni dei cittadini abruzzesi.
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