19 aprile 2024
Aggiornato 17:30
A due giorni dalla Sentenza

Lombardo a Dell'Utri: fa specie chiamare il mafioso Mangano eroe

Il Governatore: «La Sicilia è la terra di veri eroi come Falcone e Borsellino modello per noi e per le nuove generazioni»

PALERMO - «Fa specie anche a me sentire indicare un mafioso conclamato come Vittorio Mangano quale eroe». A due giorni dalla sentenza d'appello che ha ridotto a 7 anni la pena inflitta al senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, il presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo affida alla sua pagina web il proprio commento sulla vicenda.

L'EROE - Il governatore siciliano ha replicato infatti dalle pagine del suo blog alle affermazioni di Dell'Utri, secondo il quale Vittorio Mangano resta «un eroe», dichiarando come «faccia specie anche a me - scrive Lombardo - sentire indicare un mafioso conclamato come Vittorio Mangano quale eroe quando la Sicilia, suo malgrado, è terra di autentici eroi dell'antimafia quali Falcone e Borsellino che devono essere portati a modello per noi e per le nuove generazioni perché hanno sacrificato la loro vita per contrastare la mafia ed affermare i valori della legalità».

INCHIESTE - Il presidente siciliano quindi ha sottolineato, riferendosi all'inchiesta giudiziaria che lo ha investito recentemente, la differenza tra quanto accaduto a Dell'Utri e Cuffaro, entrambi ascoltati per ore dai magistrati, e lui: «Leggo con una punta di invidia che, prima del rinvio a giudizio, Dell'Utri è stato interrogato per oltre 11 ore mentre Cuffaro è stato ascoltato diverse volte dai magistrati. Invece io ho chiesto con ogni mezzo, attraverso la stampa e per iscritto per il tramite dei miei avvocati, di essere interrogato dalla Procura di Catania che invece mi impone il dovere di non rispondere».
Lombardo infine ha rimarcato, come già accaduto in passato, che se venisse riconosciuto responsabile di qualsiasi reato, anche che non fosse quello contestato, non esiterebbe a rimettere il mandato di presidente della Regione. «So che se dovessi essere giudicato responsabile di un qualunque reato anche ben lontano da quello di voler favorire in qualsiasi modo la mafia, lascerei il mio posto senza attendere Appelli e Cassazione».