26 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Illeciti nei rimborsi elettorali

Di Pietro: ecco la mia memoria difensiva

«Male non fare, paura non avere. Orgogliosi del contrasto al malaffare». L'indagine «un atto dovuto» dopo la denuncia dell'ex membro Idv Elio Veltri

ROMA - «La Procura della Repubblica di Roma ha fatto il suo dovere. Dopo aver ricevuto una denuncia contro di me da parte del solito onorevole Elio Veltri ha proceduto come si fa sempre in questi casi: mi ha iscritto nel registro degli indagati». Inizia così la 'memoria' che il leader dell'Idv Antonio Di Pietro ha distribuito alle agenzie di stampa dopo la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati per truffa in una vicenda di rimborsi elettorali.

LA MEMORIA - Una memoria lunga quattordici pagine, nella quale si ricostruisce parte della vicenda: «Anche stavolta - scrive Di Pietro - ribadisco quello che ho sempre sostenuto: male non fare, paura non avere. Fornirò alla Procura di Roma tutte le spiegazioni del caso, corredate dalla relativa documentazione e chiamerò a testimoniare l'intero esecutivo nazionale di IdV per dimostrare che è tutto in regola e che né io né i miei collaboratori ci dobbiamo vergognare di nulla. Ma, anzi, dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto e stiamo facendo per contrastare il malaffare e ridare dignità a questo Paese».

«Nell'attesa, però, che le indagini giudiziarie facciano il loro corso, sento il dovere (ma, confesso, anche il piacere) di mettere subito a conoscenza i lettori, gli elettori e tutta l'opinione pubblica di come stanno in realtà le cose», sottolinea il leader dell'Idv, che aggiunge: «L'Italia dei Valori non è un'associazione familiare o personale, come si vuol tentare di far credere. Certo, come tutti gli altri partiti e le totalità delle associazioni, è nato per iniziativa ed impulso del suo fondatore come da atto costitutivo e relativo Statuto a suo tempo redatto. Nel corso degli anni, però, il partito ha avuto modo di affermarsi e radicarsi costantemente nel territorio ed è oramai un partito politico di caratura nazionale».

«L'Italia dei Valori - sostiene - ha sempre avuto una ed una sola 'soggettività giuridica' e come tale è stata sempre esteriorizzata», testimoniata dalla seguente prova documentale»: «unicità di codice fiscale ed unica partita IVA, sia che IDV la si voglia chiamare 'associazione' che 'partito'; Pertanto è assolutamente mistificatorio asserire - come hanno tentato di insinuare Veltri e quelli de Il Giornale - che esisterebbero due realtà associative: una facente capo a pochi intimi, titolari della posizione fiscale CF 9002459028 ed un'altra posizione fiscale facente capo al partito IDV (posizione fiscale che invece non esiste e non è mai esistita, né è mai stata esteriorizzata in alcun modo)».

E ancora, dall'«unicità della titolarità dei conti corrente ove sono stati fatti affluire i rimborsi elettorali e da cui sono state effettuate le relative spese elettorali e di gestione», dall'«unicità dei bilanci annuali», dall'«unicità dei rendiconti presentati da Italia dei Valori con riferimento alle spese elettorali sostenute nelle varie campagne elettorali. Se l'associazione fosse stata una realtà diversa dal partito, non avrebbe mai potuto pagare le ingenti somme sostenute per le campagne elettorali e per l'attività politica. Dai bilanci e dalle relazioni allegate risulta per tabulas che l'unica fonte di finanziamento del partito sono stati direttamente i rimborsi elettorali, rimborsi che non sono mai passati prima nella titolarità di altre associazioni se non il partito medesimo», dall'«unicità della sede», dall'«unicità di legale rappresentanza», dall'«unicità di presentazione delle liste e di deposito del contrassegno nelle competizioni elettorali politiche ed amministrative», dall'«unicità del soggetto giuridico che infine è reso ancor più evidente dal nuovo Statuto approvato il 19.01.2009».