27 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Lo scontro a Montecitorio

Demolizioni, Fini non annulla il voto

Il Presidente della Camera: «Doveva farlo la Bindi, ora è tardi. Convocherò la Giunta per il regolamento per definire i criteri di votazioni»

ROMA - Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha annunciato in Aula che non sarà possibile oggi far ripetere la votazione sul decreto bocciato ieri a Montecitorio perchè la maggioranza è andata sotto, ma ha aggiunto che, per come è andata la seduta di ieri, c'erano i presupposti per un nuovo voto che però doveva essere deciso immediatamente dal presidente di turno.

Fini, che ha visionato insieme ai segretari d'Aula la registrazione della votazione di ieri e ha riunito una capigruppo questa mattina dopo la richiesta della maggioranza, ha spiegato in Aula: «L'articolo 57 del nostro regolamento dice che quando si verifichino irregolarità il presidente può annullare la votazione e disporre che sia immediatamente ripetuta. L'apprezzamento delle circostanze, compreso il fatto che i deputati presenti possano esercitare il diritto di voto, è rimesso quindi in modo inequivocabile al presidente di turno che può far ripetere la votazione. Come è noto questo ieri non è accaduto, avendo accertato personalmente, attraverso i segretari di presidenza, l'andamento della seduta determinava la condizione per cui era lecito avvalersi di disporre un'immediata ripetizione del voto. Ciò non è accaduto e alla luce dell'articolo 57 e della prassi non vi sono oggi i presupposti regolamentari per cui si annulli e si ripeta il voto, l'avverbio immediatamente rende evidente infatti che tutto ciò non si può fare il giorno dopo».

Le valutazioni infatti, ha aggiunto il presidente della Camera «sono demandate al presidente di turno e non ad elementi oggettivi e inoppugnabili, operando diversamente si rischierebbe di porre in discussione la certezza delle deliberazioni della Camera determinando una lesione dei diritti dell'Assemblea, mi riservo di convocare la Giunta per il regolamento per valutare l'opportunità di definire eventuali criteri per guidare la discrezionalità dei presidenti di turno sulle fasi della votazione».