18 aprile 2024
Aggiornato 21:30
Ddl intercettazioni

I dubbi di Napolitano sulle 72 ore, si pensa a modifica

Sembra che il Quirinale abbia attivato alcuni canali per provare con un'opera di moral suasion. Timori su rischi profili di incostituzionalità

ROMA - L'intesa politica nel Pdl, questo è il punto di partenza, è stata raggiunta. Ma un nuovo problema sorge sulla strada dell'iter del ddl sulle intercettazioni. Alcuni passaggi del testo, rispetto al quale sono stati presentati emendamenti, sembrano infatti non aver convinto del tutto il Quirinale. E il capo dello Stato Giorgio Napolitano, riferiscono fonti della maggioranza, sembra abbia attivato alcuni canali per provare con un'opera di moral suasion a calibrare al meglio i passaggi che più rischiano di incorrere in profili di incostituzionalità.

In particolare, riferiscono le stesse fonti, la norma che prevede 72 ore come limite temporale di ogni singola proroga del periodo in cui si può intercettare (limite già innalzato dalle precedenti 48) suscita delle perplessità al Quirinale. L'obiettivo di una limatura non si concentra solo sull'estensione della durata della proroga, ma anche su una sua effettiva applicabilità. Se il meccanismo risulta farraginoso e ripetitivo, questa norma si configurerà di fatto come un freno alle indagini. E questo, si osserva, non c'entra nulla con il giusto riserbo della privacy.

E' chiaro che l'attenzione del Quirinale si concentra anche sulla norma transitoria, di cui restano da appurare al momento gli esatti contenuti. Sarebbe considerata chiaramente incostituzionale una applicazione della norma che operi discriminazioni fra i processi.

E così i contatti sono stati avviati, a partire da quelli fra il Colle e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. Un canale, quest'ultimo, da tempo considerato strategico da Silvio Berlusconi, al quale il Cavaliere tiene, come ha più volte sottolineato anche in privato. Ma anche i finiani, e ovviamente il presidente della Camera Gianfranco Fini (che oggi ha sostenuto l'impianto generale del provvedimento), fanno parte della partita e della rete di contatti ancora in corso per far fronte al problema.

In questo schema si inserisce poi il ritorno degli emendamenti in commissione. Proprio su questi ci sarebbe ancora la possibilità di intervenire, come sussurra qualche finiano che preferisce l'anonimato. Senza considerare il tema della fiducia, non gradito alla minoranza del Pdl ma sulla quale grossa parte della dirigenza del partito sembra in questo momento puntare.