12 ottobre 2025
Aggiornato 12:00
Politica & Giustizia

Intercettazioni, Berlusconi: testo blindato per tutto il Pdl

Alla Camera non si faranno ulteriori modifiche. Il testo al presidente Fini solo mezz'ora prima del vertice

ROMA - Il premier Silvio Berlusconi intervenendo durante l'ufficio di presidenza del Pdl ha sottolineato come le modifiche al ddl sulle intercettazioni, che sono sottoposte al vaglio della riunione e che verranno poi analizzate dal Senato, rappresenteranno la stesura definitiva del provvedimento, che non dovrà essere modificato alla Camera.

«MI SONO ASTENUTO» - Nel voto dell'ufficio di presidenza del Pdl c'è stata un'astensione, ed è stata quella del premier Silvio Berlusconi. Lo ha detto lui stesso scusandosi per il ritardo al suo arrivo all'assemblea di Federalberghi. «C'è stata una sola astensione di cui mi dolgo ed è stata la mia. Io - ha spiegato - considero il programma elettorale come un contratto vincolante con gli elettori, e questa legge così com'è non adempie alle promesse che abbiamo messo nel contratto».
Il ddl sulle intercettazioni e il via libera al provvedimento rappresentano comunque per il premier «un fatto importante. Non è il testo che avrei voluto ma va bene anche perchè si dimostra che il nostro è un partito democratico», avrebbe detto nel corso della riunione.

«L'OSTACOLO DELLE LOBBY» - La legge sulle intercettazioni è stata ostacolata «dalle lobby dei magistrati e dei giornalisti». Tali lobby, ha detto il Cavaliere, «hanno impedito di elaborare un testo che difende al 100% il diritto fondamentale, che una democrazia deve garantire, cioè il diritto alla privacy».

VERSO SÌ FINIANI - Intanto sul provvedimento i finiani confermano un sostanziale sì, continuando però a nutrire dubbi sul meccanismo delle 48 ore che di volta in volta andrebbero ad aggiungersi ai tempi limite stabiliti per la possibilità di intercettare. Infatti in una nota il senatore finiano e sottosegretario al Welfare, Pasquale Viespoli afferma che «l'esame degli emendamenti conferma alcuni passi avanti soprattutto in tema di intercettazioni ambientali, ricusazione e astensione. Positiva è la volontà di superare il limite rigido dei settantacinque giorni anche se le modalità indicate necessitano di un'ulteriore riflessione per evitare un impatto negativo sull'organizzazione giudiziaria». Intanto lunedì il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, è salito al Quirinale per illustrare al Capo dello Stato il testo definitivo del provvedimento. Secondo quanto si apprende solo martedì presto il testo è arrivato ai finiani e alle 8.30, a mezz'ora dall'inizio del vertice, Gianfranco Fini ha potuto valutarlo.