19 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Lo scrittore in TV diventa un caso

In Rai scoppia il caso Saviano

Pd-Idv: «No a tagli puntate». Masi querela. Garimberti: «Tv di qualità, mantenere progetto originario»

ROMA - La trasmissione che Roberto Saviano condurrà su Raitre insieme a Fabio Fazio rischia di passare da quattro a due puntate, e scoppia la polemica. L'Italia dei Valori è in prima fila nel difendere lo scrittore e la trasmissione 'Vieni via con me' che dovrebbe partire a fine ottobre. Il portavoce dell'Idv Leoluca Orlando attacca il direttore generale Mauro Masi accusandolo dei tagli e di aver recepito «l'indicazione» del premier Silvio Berlusconi. Lo stesso Saviano, in una intervista a un settimanale, spiega che «per me la televisione è fondamentale perché mi ha protetto e mi protegge fisicamente».

Nel pomeriggio le prime reazioni da parte dell'azienda: il dg Mauro Masi annuncia di aver dato incarico ai suoi legali di querelare Orlando per «le dichiarazioni diffamatorie di inaudita gravità rilasciate ad agenzie di stampa». Ma il presidente Paolo Garimberti si esprime perchè venga mantenuto il «progetto originario presentato dal direttore di RaiTre» da sottoporre poi al giudizio del Consiglio di amministrazione. «In attesa di avviare una discussione nel merito sui palinsesti, discussione prevista per martedì prossimo, mi sembra doveroso - sottolinea ancora Garimberti - affermare prima di tutto che la presenza di Saviano sui nostri schermi dà corpo all'idea di qualità che secondo me deve incarnare la Rai».

L'Italia dei Valori non demorde e con il capogruppo alla Camera Massimo Donadi osserva che «il problema del Pdl non è la camorra, ma la presenza di Saviano in tv. Roberto Saviano epurato, Nicola Cosentino beatificato e ancora saldamente al suo posto». Difesa su tutta la linea dello scrittore anche dal Pd. Per il responsabile cultura e informazione Matteo Orfini è «inimmaginabile» cancellare le puntate del programma di Saviano e «se l'idea di annullare quelle sul terremoto in Abruzzo e sulla vicenda dei rifiuti a Napoli fosse stata dettata dalla politica per il loro contenuto scomodo, sarebbe ancora più grave». La capogruppo in commissione antimafia Laura Garavini osserva, poi, che «forse non siano di nuovo all'editto bulgaro ma è certo che l'attacco contro Saviano, la sua capacità di raccontare la vera faccia delle mafie ed i legami con la politica e l'economia, senza sconti per nessuno, sta diventando ogni giorno più pressante».

FareFuturo - Dalle parti della maggioranza l'unica voce che si leva a favore di Saviano è la solita fondazione FareFuturo, vicina al presidente della Camera Gianfranco Fini, con un intervento del direttore del web magazine Filippo Rossi. «Speriamo che non sia vero - scrive Rossi -. Perché non è un bel paese quello in cui la propria televisione pubblica, la televisione di tutti, decide di tagliare un evento culturale prima che mediatico come la trasmissione di Roberto Saviano. Significa che lo stato abdica alle sue funzioni per accontentarsi di nani e ballerine, di zerbini e di veline».

L'ultima parola a lui, Saviano: «Tutto il meccanismo di protezione militare lo devo alla mia esposizione mediatica altrimenti - dice -, in un paese come l'Italia, sarei ignorato».