18 agosto 2025
Aggiornato 13:30
Nel 2009 3 reati l'ora

Stabile il business dell'ecomafie

Dossier 2010 di Legambiente presentato oggi a Roma: fatturato da 20,5 miliardi, +43% arresti e +11% sequestri

ROMA - Nonostante la crisi economica in Italia c'è un settore che conferma sempre bilanci positivi: è quello dell'ecomafia, che nel 2009 ha registrato un giro d'affari stabile con un fatturato di 20,5 miliardi di euro. Una «holding solida e potente» che continua a fare degli illeciti in materia di rifiuti e cemento i pilastri della propria fortuna. Lo dice Legambiente, che oggi a Roma ha presentato il dossier 'Ecomafia 2010'.

Secondo il rapporto nel 2009 sono aumentati gli arresti (+43%, da 221 nel 2008 agli attuali 316) e gli illeciti accertati (28.576 oggi, 25.776 lo scorso anno) pari a 78 reati al giorno, cioè più di 3 l'ora. Rispetto al precedente rilevamento sono cresciute del 33,4% le persone denunciate (da 21.336 a 28.472) e dell'11% i sequestri effettuati (da 9.676 a 10.737).

«Il business dell'ecomafia minaccia gravemente il futuro del Paese sottraendo risorse preziose all'economia legale e condannandolo all'arretratezza», ha dichiarato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza: «Anche il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, nella recente relazione all'assemblea nazionale di Bankitalia, ha sottolineato la stretta connessione tra la densità della criminalità organizzata e il livello di sviluppo, ribadendo la necessità di combattere la corruzione per rilanciare il Mezzogiorno. Ma l'illegalità - ha proseguito - non sottrae solo gettito fiscale. Influisce sulla sicurezza e i diritti dei lavoratori, falsa il mercato e la competizione, impedendo un reale sviluppo economico e sociale del territorio a totale beneficio delle cosche criminali».