6 maggio 2024
Aggiornato 08:00
Trattativa difficile

RAI, Santoro pronto alla rottura

Oggi l'auspicio di Garimberti: «E' una risorsa, spero resti un nostro volto»

ROMA - La trattativa, allo stato delle cose, non va. Fughe di notizie, riservatezza violata rendono privo di senso continuare ad immaginare cambiamenti. Michele Santoro alza il tiro e si pone ad un passo dalla rottura con la Rai sull'intesa, in via di definizione, raggiunta con l'azienda e approvata martedì scorso dal Cda per una sua uscita da dipendente e l'avvio di una collaborazione biennale.

Santoro, dopo l'ok del Cda, aveva rinviato per le risposte sui dettagli a firma avvenuta, dicendosi però soddisfatto dell'intesa, che avrebbe consentito di sperimentare nuovi format televisivi. Ma di fronte alle indiscrezioni sul costo dell'operazione (si parlava di 2,5 milioni di buonuscita e 7,5 per la collaborazione) e la polemica derivata, l'incanto si rompe e nell'anteprima di Annozero di giovedì il conduttore attacca a testa bassa: l'azienda, i partiti, i giornali, chiedendo se fosse considerato o meno una risorsa per l'azienda. E spiegando, a Marco Travaglio sul Fatto quotidiano, quanto fosse impossibile restare «quando ti fanno la guerra». Ma il nuovo tormentone è partito, Gianluigi Paragone gli dedica una puntata dell'Ultima parola lasciando sconcertato lo stesso Dg Rai Mauro Masi.

Intanto si cerca di trattare, e arrivano nuove indiscrezioni su quanto la partita sia delicata: qualcuno parla dello scoglio-esclusiva, che Santoro non vorrebbe e che per la Rai è inevitabile, altri delle cifre che il conduttore vorrebbe sul piatto per vendere all'azienda pacchetti chiusi di docu-fiction. «Stiamo lavorando», confidava ancora stamani Masi. Ma la palla è nelle mani di Santoro: «Ora siamo noi che aspettiamo risposte», diceva il Presidente Paolo Garimberti interpellato sulla vicenda. Salvo poi aggiungere che per la Rai Santoro «è una risorsa», cosa detta al conduttore «al primo colloquio in cui mi accennava ad un cambiamento», oltre al fatto che sarebbe stato appoggiato sia se avesse cambiato sia che no, scelta che dunque spetta a lui. L'auspicio, concludeva Garimberti, «è che resti un volto Rai».

Ma a questo punto è Santoro a interrompere, e forse a rompere, ogni trattativa: fughe di notizie hanno violato la riservatezza, dice il conduttore, a questo punto «non ha più senso immaginare cambiamenti il cui scopo fondamentale era soltanto porre fine ad una vertenza giudiziaria e progettare nuovi format nell'interesse della Rai e del pubblico». Due le strade adesso: Annozero in onda - fino a giugno, e previsto ancora nei palinsesti di autunno - per la sentenza del giudice del lavoro, in attesa della Cassazione. O ripresa della trattativa, ma con il conduttore in posizione di forza.