15 settembre 2024
Aggiornato 10:00
Ddl Intercettazioni

Alfano: nessun bavaglio

Il Ministro della Giustizia: «Notizie ufficiali, no atti riservati. Garantito il diritto ad una informazione ufficiale e trasparente»

ROMA - Nessun bavaglio all'informazione con la nuova normativa sulle intercettazioni in discussione in Parlamento. Lo assicura il ministro della Giustizia Angelino Alfano, puntualizzando in una articolata nota i principali tratti del ddl che dovrebbe approdare la prossima settimana nell'aula del Senato. «E' garantito il diritto ad una informazione ufficiale e trasparente - spiega Alfano -, e non il diritto all'acquisizione e divulgazione illecita di atti riservati».

«Resta garantito - sottolinea il ministro - il diritto alla pubblicazione di notizie di indagine, ma, a garanzia del corretto svolgimento delle indagini, non sarà possibile pubblicare atti o parte di essi, fino alla conclusione dell'indagine preliminare. A garanzia del cittadino, le intercettazioni, per le quali l'autorità giudiziaria dispone la distruzione, non potranno in alcun modo essere pubblicate; tutto ciò per evitare la divulgazione di intercettazioni (o stralcio di esse) inerenti soggetti estranei alle indagini, ed in ogni caso non aventi alcuna rilevanza penale».

E ancora, scrive Alfano, «nel pieno rispetto dell'articolo 114 del codice di procedura penale, per evitare qualsiasi fuga di notizie dall'interno degli Uffici giudiziari, è previsto un innalzamento della pena a carico di quei soggetti che rivelino o agevolino la conoscenza di atti e notizie coperti dal segreto, di cui sono a conoscenza per motivi di servizio o di ufficio, stabilendo altresì che la competenza per le relative condotte sarà attribuita ad un Ufficio giudiziario diverso da quello dal quale è originata la fuga di notizie».

«Per concludere, si sottolinea che il comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, in una raccomandazione del 10 luglio 2003, ha ribadito che i giornalisti devono riferire ed effettuare commenti sul sistema giudiziario penale, ma nel rispetto del principio della presunzione d'innocenza , che fa parte integrante del diritto ad un equo processo. Di conseguenza - conclude il ministro - opinioni ed informazioni relative ai procedimenti penali in corso, dovrebbero essere diffuse attraverso i media solo se ciò non è lesivo della presunzione d'innocenza dell'indagato o dell'imputato; inoltre, nella raccomandazione, si auspica una informazione regolare nell'ambito dei procedimenti penali di interesse pubblico. Ma questa informazione deve essere fornita dalle autorità giudiziarie e dagli organi investigativi purché ciò non rechi pregiudizio al segreto istruttorio e non intralci i risultati dei procedimenti».