26 aprile 2024
Aggiornato 06:00
La legge trasferisce alle regioni i beni pubblici

Arriva il sì al federalismo demaniale

Via libera da Bicamerale con il sì dell'Idv e il Pd astenuto. No dall'Udc. Conferenza stampa congiunta Di Pietro-Calderoli

ROMA - Con il via libera della Bicamerale per l'attuazione del federalismo, domani il Consiglio dei Ministri potrà varare il primo decreto attuativo della legge delega sul federalismo fiscale, quello che trasferisce alle autonomie locali parte del demanio pubblico. A Regioni, Province e Comuni andranno spiagge, laghi e fiumi (con alcune limitazioni) e molti immobili pubblici: sono esclusi gli immobili in uso alle Amministrazioni dello Stato, i porti ed aeroporti di interesse nazionale, le reti stradale ed energetiche, parchi e riserve statali, e i beni culturali non oggetto di accordi di valorizzazione. Il decreto che domani sarà approvato dal Cdm recepisce moltissime indicazioni emerse dal dibattito in Parlamento, tanto che le opposizioni rivendicano: «Lo abbiamo praticamente riscritto».

Soddisfatto il leader della Lega Umberto Bossi: «Oggi il federalismo è partito: abbiamo raggiunto la prima tappa importante». E Bossi incassa anche l'ulteriore garanzia di Silvio Berlusconi, che assicura: il federalismo fiscale si farà, non subirà ritardi a causa della crisi, e porterà come «dividendo» il taglio delle tasse, grazie ai proventi della lotta all'evasione per la quale la riforma è «lo strumento più efficace».

Ulteriore motivo di soddisfazione, per la Lega, il consenso di parte dell'opposizione. Solo Udc e Api hanno votato contro il parere, mentre il Pd si è astenuto. L'Italia dei Valori ha invece votato sì al parere, perchè - spiega il leader Antonio Di Pietro - «con questa riforma il Paese avrà dei vantaggi e non certo dei costi aggiuntivi». E poi perchè Calderoli, riconosce Di Pietro, «ha portato non un provvedimento chiuso ma una bozza da scrivere insieme e questo decreto è frutto di un lavoro fatto insieme».

Nonostante il lavoro di riscrittura, il Pd si è comunque astenuto: «Il testo è stato migliorato ma non in modo totalmente soddisfacente», spiega il capogruppo Dario Franceschini. Anzi, «questa volta siamo stati molto tentati dall'esprimere voto contrario», rivela il senatore democratico Walter Vitali. E' rimasta invece la contrarietà dell'Udc e dell'Api: per i centristi il decreto «moltiplica le spese», mentre per i rutelliani è addirittura «incostituzionale».

Decreti legislativi delegati - Ma raggiunta la prima tappa, già dalle prossime settimane inizierà il lavoro sui successivi decreti legislativi delegati: «A inizio giugno sarà pronto il secondo decreto legislativo» sul federalismo, quello sul quadro finanziario, promette Calderoli, che assicura: si tratterà di una bozza «aperta» al confronto con le forze politiche. Il Pd, sempre per bocca di Franceschini, conferma la «disponibilità al confronto sul merito», riservandosi di valutare «caso per caso» il voto sui diversi decreti. E il deputato Marco Causi rilancia: «La Bicamerale non deve aspettare il testo del prossimo decreto, ma iniziare a lavorare da subito per dare al Governo elementi di indirizzo».

Tremonti: «Difficile vendere gli immobili» - «Una valenza di carattere costituzionale, con un elevato valore simbolico». Questo è il giudizio del Ministro del Tesoro, Giulio Tremonti. «La vera difficoltà risiede nella vendita del patrimonio immobiliare», dice il ministro secondo il quale in prospettiva occorre «costituire un apposito fondo finalizzato alla gestione e valorizzazione dei beni oggetto di trasferimento». E aggiunge: «l'ipotesi di utilizzare i proventi dei cespiti patrimoniali acquisiti ad abbattimento del debito nasce al fine di evitare forme di elusione nella disciplina sui conti pubblici». Per il ministro del Tesoro è arduo vendere i beni. «È questa - ha osservato - la reale difficoltà da superare».