Il legale di Scajola: a Perugia situazione singolare
L'annuncio del suo legale: la Procura di Perugia non è competente, va sentito a Roma
ROMA - In due cartelle diffuse nel pomeriggio alla stampa, dopo l'incontro di questa mattina con i Pm di Peruguia, è l'avvocato Giorgio Perrone - legale di fiducia dell'ex ministro Claudio Scajola- che si assume la responsabilità in prima persona di impedire che il prossimo 14 maggio Scajola si presenti dai Magistrati che lo hanno convocato come persona informata dai fatti, cosa che fino a qualche giorno fa invece Scajola diceva di essere prontissimo a fare, rinviando al giorno dopo quell'incontro il chiarimento in Parlamento chiesto dalle opposizioni dopo le indiscrezioni di stampa.
«Comunico - scrive l'avvocato Perrone- di essermi recato questa mattina presso la Procura di Perugia e di aver avuto un colloquio con i pubblici ministeri titolari dell'indagini. Questo pomeriggio ho deciso di non far presentare il mio assistito, onorevole Claudio Scajola, all'audizione come persona informata sui fatti fissata per il 14 maggio, dandone comunicazione ai magistrati. Le ragioni di questa mia personale scelta vanno rinvenute nella singolare situazione che, a mio avviso, si è venuta a determinare».
«Ormai da giorni - denuncia il legale- la stampa nazionale riporta, infatti, quel che viene rappresentato come il contenuto di atti di indagine (testimoniali e documentali) concernenti la compravendita di un immobile sito a Roma, in via del Fagutale numero 2, di proprietà del ministro Scajola e oggetto di investigazione da parte della Procura di Perugia. In particolare secondo quanto riportato dai giornali, le persone sentite hanno riferito che il prezzo dell'immobile fu, per 900mila euro, pagato con assegni circolari consegnati brevi manu alle venditrici dallo st4esso ministro, tratti da un conto corrente intestato all'architetto Zampolini e la cui provvista era riconducibile all'imprenditore Diego Anemone».
«Più di recente, poi - prosegue l'avvocato- la stampa ha riferito che la Procura di Perugia sta indicando in ordine a preziosi favori che l'onorevole Scajola avrebbe, precedentemente alla compravendita de qua, elargito a Diego Anemone, facendo esplicito riferimento sia l'appalto concernente il cantiere del centro Sisde di piazza Zama a Roma sia al rilascio del nulla osta di sicurezza, entrambi cronologicamente collegabili in un periodo in cui l'onorevole Scajola era ministro dell'Interno. Alla luce di tali notizie, che si dimostreranno non conformi al vero, non riesco obiettivamente a comprendere come la procura di Perugia possa valutare di sentire l'onorevole Scajola in una veste che parrebbe ormai solo formalmente, ma non già sostanzialmente, quella di persona informata sui fatti».
«Tale situazione, a mio avviso, - denuncia e conclude l'avvocato Perrone - non è corretta su un piano tecnico processuale e mi determina un incomprensibile stato di imbarazzo a consentire che la richiesta audizione avvenga secondo le modalità indicate e senza, quindi, il rispetto delle garanzie difensive normativamente previste. E', inoltre, mia convinzione chela procura di Perugia non sia competente a conoscere di questa vicenda sia perchè i fatti sono tutti, pacificamente, avvenuti a Roma, sia perchè, in ogni caso la competenza a giudicare il ministro Scajola sarebbe, eventualmente, di altro organo, ovvero a dire del Tribunale dei ministri. In questa situazione ho deciso di non far presentare il ministro Scajola dinanzi ai pubblici ministeri».
Giorgio Perrone