Scajola non va dal Pm: non ci sono garanzie
L'ex ministro sfida i magistrati e rifiuta di deporre il 14 maggio: «La sede di Perugia è incompetente». Donadi: «Fa come Berlusconi»
ROMA - Il ministro Claudio Scajola non si presenterà davanti ai Pm di Perugia che lo avevano convocato il 14 maggio come persona informata dei fatti, con riferimento a diverse inchieste aperte mentre è pronto a difendersi e dimostrare la propria «totale estraneità» ai fatti in altra sede, sia essa il Tribunale di Roma o, prima ancora, quello dei Ministri.
QUESTIONE DI COMPETENZE - Lo ha reso noto l'avvocato dell'ex ministro, Giorgio Perrone che questa mattina si è recato dai pm perugini ed ha comunicato la decisione assunta, contestando ai Magistrati, fra l'altro, che le molte indiscrezioni di stampa circa lo stato di avanzamento dell'inchiesta di Perugia nei confronti di Scajola rendono «imbarazzante» ma soprattutto «giuridicamente scorretta» oltre che ingiustificata - se non dalla possibilità di ascoltare Scajola senza difensore e garanzie previste per le persone raggiunte da avviso di garanzia- la sua convocazione come semplice persona informata dei fatti. Tutte ragioni che hanno indotto il legale a decidere di «non far presentare il ministro Scajola dinanzi ai pubblici ministeri».
«SI COMPORTA COME BERLUSCONI» - Ancora più netto il commento di Massimo Donadi, capogruppo dell'Idv a Montecitorio: «Silvio Berlusconi ha fatto scuola. Anche l'ex ministro Claudio Scajola ha deciso di sottrarsi alla giustizia e di non presentarsi davanti ai giudici. Davvero un bell'esempio da parte di chi, sino a pochi giorni fa, era un importantissimo ministro della Repubblica. La Casta si sente intoccabile e non vuole farsi processare. È una delle degenerazioni prodotte da tanti anni di berlusconismo. Chissá che tra un pò non dovremo discutere di un lodo Scajola...».