27 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Dopo la Lega

Carceri, anche La Russa chiede modifiche al «piano»

In consiglio dei Ministri Alfano apre a nuove modifiche, da lunedì testi alla Camera

ROMA - L'altro ieri l'affondo di Roberto Maroni contro il piano carceri del collega Angelino Alfano, oggi le correzioni in Consiglio dei Ministri che recepiscono proprio le indicazioni della Lega. Ma non si ferma il confronto nella maggioranza sul provvedimento per affrontare l'emergenza carceri anche attraverso lo sconto ai domiciliari dell'ultimo anno di pena e l'istituto della 'messa in prova'. Oggi anche Ignazio La Russa critica il piano, mentre l'altro coordinatore del Pdl Sandro Bondi lo difende.

Nel Consiglio dei Ministri di oggi, il Guardasigilli ha ricordato i numeri del sovraffollamento, e ha ribadito i tre pilastri dell'intervento del governo che, scrive sul sito del Ministero, «esclude qualsiasi ipotesi di nuovi indulti o amnistie». Innanzitutto, la realizzazione di 21.479 nuovi posti, poi l'assunzione di duemila nuovi agenti di polizia penitenziaria. Solo in terza battuta le misure normative di accompagnamento che prevedono la concessione della detenzione domiciliare ai detenuti con un residuo di pena di un anno e la messa alla prova degli imputabili per reati fino a tre anni di pena e che hanno provocato le critiche di Maroni: «Sono peggio del'indulto». Ma ora il testo del disegno di legge sulla detenzione domiciliare e la probation, si legge sul sito di via Arenula, «recepirà inoltre alcune indicazioni venute dalla Lega» in vista dell'arrivo in Aula il 17 maggio.

Ma nel pomeriggio, dopo il Cdm, arrivano anche le critiche del ministro della Difesa La Russa: «una legge che non vorrei mai». Ma se proprio dev'essere, spiega, che almeno si limiti l'applicazione, escludendo in particolare i recidivi, gli immigrati clandestini che non possono essere espulsi e coloro i quali non hanno finito di scontare almeno i due terzi della pena. «La norma non mi piace lo stesso - dice il coordinatore Pdl - perchè la magistratura ha già gli strumenti per rendere il carcere necessario solo chi per legge lo merita, ma almeno con questi emendamenti o altri che vanno nella stessa direzione ne viene salvato lo spirito, che è quello di svuotare le carceri limitatamente a chi dà sufficienti garanzie di restare ai domiciliari e di non commettere un altro reato nel corso dell'ultimo anno di pena».