28 agosto 2025
Aggiornato 02:30
Elezioni regionali

Tsunami Lega, Bossi: sinistra ko, ora riforme subito

Attesa per il Piemonte in bilico (ed ventuale en plein Carroccio)

MILANO - Arriva lo «tsunami della Lega», come lo ha subito definito Umberto Bossi, leader di un Carroccio «scatenato» a cui ha resistito solo «l'alleato Pdl». Ed è già pronto «il trampolino di lancio per l'attuazione del federalismo fiscale» e per la riforma della Giustizia. Mentre i dirigenti del Carroccio attendono, galvanizzati, l'esito della sfida piemontese, dove il candidato Roberto Cota è in vantaggio nelle proiezioni su Mercedes Bresso, la Lega festeggia il «successo importante, la prima volta di due governatori del Carroccio in due regioni importanti», e manda un duplice messaggio agli alleati del Pdl: da una parte, rassicura, «non cambiano gli equilibri» nella coalizione; dall'altra, avverte: sulle riforme, anche a destra, «sono io l'arbitro della situazione».

«La gente ha voluto votare chi fa le riforme», ha sottolineato Bossi, che è stato il primo tra i leader dei grandi partiti a commentare il voto. «La maggioranza è impegnata ora per fare i decreti attuativi per il federalismo». Il leader leghista, al fianco del figlio Renzo e del ministro per le Riforme Roberto Calderoli, ha insistito più volte su questo tasto: «La gente vuole il federalismo, il più presto possibile e a qualsiasi costo». Così come ha trovato ancora l'occasione per ribadire la fedeltà all'alleanza: «con Berlusconi troviamo sempre l'accordo», e nel federalismo «si può mettere anche il presidenzialismo». Riguardo il delicato tema delle elezioni comunali di Milano,che si terranno il prossimo anno, Bossi ha messo sul piatto il suo nome: «Poi - ha aggiunto - sarà il Consiglio federale a decidere».

Bossi, che ha dedicato la vittoria della Lega a suo figlio piccolo Sirio, ha infine riservato stoccate alla sinistra «mandata a picco, scomparsa». La sinistra, ha detto, è «poco sveglia» perché «poteva spingere sul federalismo». Ora, «devono interrogarsi sul perché i lavoratori non la votano più, e votano Lega».