Di Pietro: danneggiata la credibilità del Quirinale
«Il Decreto voluto da Benito Berlusconi, e il Colle gli va appresso»
ROMA - Il decreto salva-liste «voluto a tutti i costi da Benito Berlusconi» si è «rivelato inutile, dannoso, intempestivo e mortificante per il capo dello Stato che lo ha avallato in modo anch'esso intempestivo e del tutto inutile». Lo ha detto il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, nel corso di «Un caffè con...» su Sky Tg24.
«Inutile - ha spiegato - perché Polverini e Formigoni erano già stati riammessi senza bisogno di un decreto legge, basta credere nella giustizia. Dannoso per le istituzioni, il governo, il Parlamento e anche il capo dello Stato a cui è affidato il controllo di legalità. Ne ha diminuito la credibilità perché se c'è un fallo durante una partita, tutti guardano l'arbitro per vedere se lo fischia. Invece si è scoperto che lui ha contribuito a scrivere in modo non ortodosso quella norma. Intempestivo perché i tar hanno riammesso quello che c'era da ammettere e hanno cancellato quello che c'era da cancellare».
«Tutto questo macello - osserva Di Pietro - è successo per una sola lista, per una sola provincia. Andate a vedere da 50 anni a questa parte quante liste di quanti partiti vengono escluse per ragioni analoghe. Mi spiegate per quale ragione, siccome è del presidente del Consiglio, siccome è di chi governa, può fare come il Marchese del grillo e dire 'Comando io e mi faccio le leggi come voglio io'?. E il presidente della Repubblica che gli va appresso. Ma non si può criticare in questa forma di perbenismo, di pavidità e ipocrisia che avvolge la cultura e cosiddetti intellettuali da strapazzo italiani».
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