Il Tar respinge il ricorso della lista Pdl Lazio
Pd: «ripristinato il rispetto della legge uguale per tutti». Maroni: «Se il Tar dice no, è fuori: il decreto non serve»
ROMA - Il Tar del Lazio ha respinto la richiesta avanzata dal Pdl di sospendere il provvedimento della Corte d'Appello di Roma con il quale era stata esclusa la lista Pdl per la Provincia di Roma dalle prossime elezioni regionali.
I giudici del Tar hanno rinviato al sei maggio prossimo l'udienza per discutere il merito del ricorso, spiegando che l'eventuale rinvio alla Corte costituzionale sulla legittimità del decreto cosiddetto «salvaliste», sarà deciso in quella sede. Il ricorso, in sostanza, non è stato dunque respinto ma, allo stesso tempo, le toghe hanno deciso di non riammettere in via cautelativa la lista. Ma la lista potrebbe comunque essere ammessa grazie al nuovo iter avviato oggi presso l'ufficio elettorale del Tribunale, al quale è stata consegnata ex novo la documentazione.
PDL: «RICORREREMO AL CONSIGLIO DI STATO» - Il Pdl ricorrerà al Consiglio di Stato contro la decisione del Tribunale amministrativo regionale del Lazio. Lo ha annunciato il deputato del Pdl, Ignazio Abrignani, responsabile elettorale del partito, lasciando la sede del Tar. «C'è una legge dello Stato - ha detto - che è in vigore e che il Tar non può dichiarare incostituzionale. Quindi l'iter della lista che abbiamo presentato oggi nell'ufficio circoscrizionale elettorale va avanti. Contro la decisione del Tar - ha concluso - ricorreremo al Consiglio di Stato».
COLLE: «LE SENTENZE SI RISPETTANO» - Nessun commento da parte del Quirinale sul pronunciamento del Tar del Lazio che non ha ammesso il ricorso della lista del Pdl. Ambienti del Quirinale, interpellati sulla vicenda, si limitano a rilevare che le sentenze della magistratura si rispettano, osservando che si dovrà attendere di conoscere le motivazioni e che si concluda l'iter giudiziario. Il pronunciamento contrario del Tar, si fa inoltre osservare, è la conferma che il decreto firmato venerdì notte dal presidente della Repubblica era veramente «interpretativo» e non interferiva nè alterava in alcun modo il libero pronunciarsi degli organismi chiamati in causa nella vicenda.
BERLUSCONI NON PARLA - Per ora «attende». Attende la decisione dell'ufficio elettorale che sta vagliando le liste consegnate oggi a Roma dal Pdl. Certo, la decisione della magistratura amministrativa non può far piacere a Silvio Berlusconi che, da Arcore, fa buon viso a cattivo gioco. I suoi fedelissimi intanto ragionano: Vedremo cosa accadrà di certo c'è che dopo la scelta del Tar fanno ridere quelli che hanno gridato al golpe e sono scesi in piazza. Bersani e Di Pietro, ironizzano dal suo entourage, ora dovrebbero chiedere scusa per aver gridato al regime, altro che fare manifestazioni....
Attende, per ora, il premier. Il che non vuol dire che uguale sarebbe la reazione di Berlusconi se domani anche l'ufficio elettorale dovesse bocciare il Pdl nella Provincia di Roma. Questo perché, secondo il premier, un intervento era dovuto e il decreto serviva a garantire il diritto di voto a milioni di cittadini. Ma tra i componenti del comitato elettorale pidiellino la preoccupazione è forte, anche sulla possibile bocciatura della 'nuova' lista: «A decidere sono sempre gli stessi magistrati - dice un esponente Pdl riunito nel comitato elettorale di Renata Polverini - e se la premessa è questa 'sentenza politica'...».
Ma se il partito «romano» è deciso a dare battaglia nelle aule giudiziarie, annunciando il ricorso al Consiglio di Stato, altri settori del Pdl iniziano a far emergere il malumore per come si sta gestendo una vicenda che rischia di danneggiare l'immagine del partito in tutta Italia: «Basta ricorsi - spiega un dirigente del nord - la Bonino è impresentabile mentre Polverini è una candidata forte. C'è il listino, c'è la lista Polverini, andiamo a fare campagna elettorale e giochiamocela sul programma perchè la gente è stufa dei ricorsi».
MARONI - «Se il Tar decide che la lista è fuori, quella lista resta fuori nonostante il nostro decreto». In attesa della decisione del Tribunale regionale, chiamato a pronunciarsi sulla lista del Pdl per Roma e provincia, parla così il ministro dell'Interno Roberto Maroni. Auspicando soprattutto la rapida conclusione del caso liste nelle aule dei tribunali «per evitare di dover rinviare le elezioni». «L’Italia - ha detto Maroni al termine di un incontro con i vertici di Assolombarda - è un Paese in cui ricorsi e controricorsi non si negano a nessuno. Speriamo solo, è l’auspicio che faccio, che tutta questa situazione di incertezza - ha aggiunto il ministro - finisca nel più breve tempo possibile per evitare di rinviare le elezioni».
LA DIFFIDA DEL PD - Nel frattempo il Pd ha depositato una diffida sulla riammissione della lista Pdl. Un atto di significazione è stato depositato al Tar dall'avvocato Gianluigi Pellegrino, contro la riammissione della lista provinciale del Pdl alle regionali del Lazio. È lo stesso avvocato a spiegare che «la lista del Pdl non può essere riammessa in base al decreto del governo e che questo non agisce sulla legge elettorale della Regione Lazio, ma solo sulle Regioni che non si sono dotate fino ad oggi di una legge elettorale specifica».
BOMBA CARTA AL CIRCOLO PD PARIOLI - Una bomba carta è stata lanciata oggi davanti al circolo del Partito Democratico di via Scarlatti ai Parioli, a Roma. Lo rende noto Esterino Montino, vicepresidente della Giunta della Regione Lazio. «Ancora una volta - dice - le sedi del Pd sono bersaglio di atti intimidatori, gravi e violenti. In particolare questo episodio avviene nel corso di una campagna elettorale estremamente delicata».
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