28 agosto 2025
Aggiornato 08:00
l'ex magistrato risponde alle accuse

Di Pietro: critiche ipocrite e pavide

La Regione Lazio ricorre alla Consulta. La Cei: «Scorretto cambiare le regole in corsa», poi arriva la smentita

ROMA - Non parla di impeachment il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, ma continua ad attaccare il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha firmato il decreto salva-liste. «Tutti dicono che il decreto è incostituzionale. Il comportamento del Capo dello Stato nell'avallare il decreto golpista è stato inutile e dannoso: inutile perché non serviva e non serve per risolvere situazioni già risolte dai giudici. Davvero - si chiede Di Pietro - il gioco valeva la candela? Non si potevano aspettare i giudici?».

SFREGIO ALLA DEMOCRAZIA - «La strada principale per mandare a casa questi golpisti è il voto e credo che gli elettori si siano già resi conto che siamo di fronte ad un governo e una maggioranza che usano le istituzioni per farsi gli affari propri e per modificare le regole del gioco durante la partita: è stato superato il senso del limite». Ha detto ancora Di Pietro, in una iniziativa pubblica a Lodi.
«Mi spiace constatare che - ha aggiunto - di fronte ad uno sfregio così evidente alla democrazia, serpeggiano l'ipocrisia e il falso perbenismo di coloro che sostengono che la colpa sia solo di chi ha commesso questo fatto grave lasciando fuori le responsabilità di chi doveva fare il controllore. A me pare che sia una coperta troppo corta per giustificare il comportamento del Presidente della Repubblica».

PRIMO RICORSO ALLA CONSULTA - Intanto la Regione Lazio ricorrerà alla Corte costituzionale sollevando un conflitto di attribuzione contro il decreto «salvaliste». La decisione è stata presa ieri sera dalla giunta regionale, dopo una riunione durata tutto il pomeriggio.

LA CEI - La polemica per il decreto «salvaliste» arriva anche «oltreTevere», monsignor Domenico Mogavero interviene criticando il Governo e costringe la Cei, successivamente, a precisare che da parte dell'episcopato non vengono dati giudizi sulla vicenda. In mattinata la questione era stata sollevata da Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e presidente per gli Affari Giuridici della Cei: «Cambiare le regole del gioco mentre il gioco è già in atto è altamente scorretto da parte di tutti, perchè si legittima ogni intervento arbitrario con la motivazione che ragioni più o meno intrinseche o pertinenti mettono in gioco un valore, il valore della partecipazione».
Parole che hanno subito agitato il mondo politico, soprattutto il centrodestra, e che sono state corrette poco dopo dal portavoce della Cei, monsignor Domenico Pompili: «Le questioni di procedura elettorale hanno natura squisitamente tecnico-giuridica ed hanno assunto nelle vicende degli ultimi giorni ricadute di tipo politico ed istituzionale. Considerata questa connotazione la Cei non ha espresso e non ritiene di dover esprimere valutazioni al riguardo».

BERSANI: «LA COLPA E' DEL GOVERNO» - Antonio Di Pietro sbaglia ad attaccare Giorgio Napolitano per la firma sul decreto 'salvaliste', la colpa è «tutta del Governo Berlusconi», ma la manifestazione di sabato del centrosinistra non è a rischio. Lo dice il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, intervistato da Sky Tg24 al suo arrivo alla sede del Pd per la riunione del coordinamento che si terrà questa sera.
Quando gli viene chiesto di commentare le dichiarazioni di Di Pietro contro il Colle: «Non la pensiamo così, non intendiamo che questo sia il punto, non si vede perché si dovrebbe mettere la destra, che ha fatto quello che ha fatto, al riparo del Colle. No, no no. Il presidente della Repubblica fa il suo mestiere: noi sappiamo qual è il mestiere del presidente della Repubblica e lo rispettiamo, la responsabilità di quelle scelte è tutta del governo di Berlusconi e lui se la prende tutta». Questo non significa che la manifestazione di sabato sia a rischio: «No, no, troviamo assolutamente una piattaforma comune, adesso lavoriamo tutti assieme».

SCALFARO: «NON SI POTEVA ESCLUDERE IL PDL» - E' sbagliato prendere Giorgio Napolitano a bersaglio delle polemiche sul decreto salvaliste: secondo il suo predecessore Oscar Luigi Scalfaro, «è risibile l'argomento di chi sostiene che il presidente della Repubblica ha ratificato il provvedimento per impedire la violenza», ma in ogni caso «la politica doveva trovare il modo di impedire che una gran massa di elettori restasse esclusa».
In una intervista al Corriere della sera, l'ex capo dello Stato critica l'ipotesi di impeachment per Napolitano avanzata dal leader dell'Idv Antonio Di Pietro. «Sfogare le proprie delusioni in questo modo è inutile. E' sbagliato il bersaglio», afferma. Ma precisa che il decreto non lo soddisfa: «Era forse preferibile - dice - il rinvio del voto di qualche settimana. Magari di un mese».