Fini: nessuno tiri in ballo il capo dello Stato
«Con il decreto è stato scelto il male minore»
RICCIONE - Nè l'opposizione nè la maggioranza devono «tirare in nessun modo in ballo il capo dello Stato» perchè il decreto approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri e firmato da Giorgio Napolitano per consentire la riammissione delle liste del Pdl a Roma e in Lombardia è «la scelta del male minore». Ne è convinto il presidente della Camera Gianfranco Fini.
«La prima cosa - dice Fini durante un incontro per la presentazione del suo libro Il futuro della libertà al Palazzo del Turismo di Riccione - è non tirare in ballo in nessun modo il capo dello Stato. Non lo deve fare quella parte dell'opposizione che lo accusa di essere di parte o comportarsi come Ponzio Pilato. Non lo deve fare quella parte della maggioranza che si nasconde dietro quella firma dicendo che è la prova della bontà del decreto». Quando il presidente della Repubblica «firma un decreto - spiega la terza carica dello Stato - si limita a verificare i presupposti che la Costituzione prevede, non entra nel merito dei decreti».
Fini invita quindi «tutti» a tenere presente queste considerazioni perchè «se in questo clima di politica accesa strumentalmente si tira in ballo il capo dello Stato, non si contribuisce a creare quel clima di fiducia e responsabilità del rispetto istituzionale».
«IL MALE MINORE» - Ricordando quanto già detto da Giuliano Amato, Fini ribadisce: «La via del decreto mi sembra la scelta del male minore, per tutto quello che è stato detto che si sarebbe verificato in mancanza di una interpretazione autentica della legge che avrebbe garantito a tutti la possibilità di partecipare e agli elettori il diritto/dovere di pronunciarsi anche in ragione di quello che è il programma e di quelli che sono i comportamenti che hanno contraddistinto».
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