12 ottobre 2025
Aggiornato 15:00
Caos liste

Il Quirinale ha firmato il «decreto salvaliste»

Il governo vara una norma «interpretativa» per risolvere il nodo-liste Pdl. Di Pietro: «è un golpe, serve chiamata alle armi democratiche»

ROMA - Il Quirinale ha firmato poco prima di mezzanotte il decreto interpretativo varato ieri sera dal Consiglio dei ministri per superare il caos delle liste in Lazio e Lombardia. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha emanato il decreto legge una volta verificato che il testo - si spiega al Quirinale - approvato dal governo corrisponde alle caratteristiche di un provvedimento interpretativo della normativa vigente.
Il provvedimento d'urgenza è stato adottato dall'esecutivo per sanare la situazione che si è venuta a creare sulle liste del centrodestra a Roma e in Lombardia non ammesse.

Maroni: «Interpretazione» - In una breve dichiarazione alla stampa, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ieri sera aveva affermato che si tratta di una «interpretazione autentica di alcune disposizioni del procedimento elettorale», mentre non rappresenta «nessuna modifica alla legge elettorale». Mira invece a fornire uno «strumento interpretativo» ai Tar che dovranno valutare i ricorsi contro l'esclusione della lista del Pdl nella provincia di Roma, e della lista Formigoni in tutta la Lombardia.

Giornata ad alta tensione - Il tutto è avvenuto al termine di una giornata di fibrillazione in cui hanno tenuto banco la posizione intransigente dell'opposizione rispetto a possibili scorciatoie legislative e, appunto, la posizione che sulla vicenda potrebbe assumere il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il Quirinale aveva fatto sapere al premier di non essere propenso ad avallare provvedimenti d'urgenza che modifichino la legislazione in materia. E per questo l'esecutivo ha optato per un decreto interpretativo che dovrebbe consentire di far rientrare nell'alveo della regolarità anche le liste rimaste escluse pur senza introdurre nuove norme. Secondo il ministro Maroni la valutazione del Colle potrebbe avvenire «già in serata» e quindi, salvo eventuali obiezioni del capo dello Stato, il decreto «potrebbe essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale già domani».

Linea dura dell'Opposizione - Il Partito Democratico ha aperto un fuoco di sbarramento contro il provvedimento. Pierluigi Bersani, quando si è avuta la certezza che il Governo avrebbe approvato il decreto, non ha perso tempo: «Usano il dl interpretativo per arrivare comunque al risultato che gli serve per aggiustare il loro pasticcio, ma il trucco c'è e si vede, in alcuni casi fino al ridicolo». Tra i democratici è prevalsa la linea dura con un fronte che comprende l'area ex prodiana, il capogruppo alla Camera Dario Franceschini, la presidente del partito Rosy Bindi.

Di Pietro: «E' un golpe» - «Questo è un vero e proprio golpe contro il quale occorre opporsi con una chiamata alle armi democratiche». Lo afferma il leader di Italia dei valori, Antonio Di Pietro, a proposito dell'intervento che il governo si prepara a mettere in campo per sanare il caos delle liste non ammesse. «Scenderemo in piazza con una grande mobilitazione di tutte le forze sociali e politiche», fa sapere.
«E' l'ennesimo provvedimento ad hoc, fatto ad uso e consumo - denuncia Di Pietro - dei soliti noti, che calpesta regole, diritti e Costituzione. Truccano le carte mentre si è in corsa con un decreto che definiscono impropriamente interpretativo, al solo scopo di ingannare gli italiani, ma in realtà è una vera e propria truffa. Infatti fanno una legge per rendere lecito tutto ciò che fino ad ora era illecito. Operazione degna dei peggiori regimi: non c'è più il senso del limite nè del diritto».

Bondi: «Opposizione irresponsabile» - Il coordinatore del Pdl Sandro Bondi attacca le opposizioni per come hanno criticato il dl salvaliste. «Ogni qualvolta - dichiara Bondi - c'è da dimostrare un briciolo di saggezza politica, di equilibrio e di moderazione, nell'arcipelago della sinistra si scatena invece il peggio: un irresponsabile furore polemico senza attinenza con la realtà, in questo caso senza neppure un'attenta valutazione dei contenuti del decreto. Da queste furibonde reazioni, che oltretutto rivelano uno scarso rispetto nei confronti del Presidente della Repubblica, si ha la conferma che la sinistra non si pone neppure il problema delle conseguenze politiche che deriverebbero dall'esclusione del primo partito del Paese dalla competizione elettorale. E' evidente - conclude Bondi - che in questo modo il confronto si rivela impossibile e, soprattutto, che su questo terreno l'opposizione è destinata ad essere fagocitata dallo stile e dalle parole d'ordine sempre più sguaiate e pericolose di un Di Pietro».

La Russa: «dopo il decreto il Tar non ci può dare torto» - «Non si poteva per un timbro impedire il voto di nove milioni di italiani. Sarebbe stata una pretesa da Unione Sovietica». Il ministro della Difesa Ignazio La Russa commenta così la promulgazione del decreto «interpretativo» sulle liste pre le elezioni regionali approvato dal Cdm e firmato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In un'intervista al Corriere della Sera La Russa spiega: «Abbiamo fatto una norma interpretativa per coprire i vuoti di legge. A Roma, per esempio, se chi viene a presentare le liste trova occupata la cancelleria, che succede? La legge non lo regolamenta». La soluzione trovata, nelle parole del ministro, è «una norma che spiega che conta soltanto l'orario di arrivo nel locale».
Dopo aver ringraziato «tantissimo» il Capo dello Stato, La Russa affronta la questione della Lombardia: «Erano solo questioni formali, di timbri». E non vede errori politici nella strategia del Pdl, «solo uno, clamoroso, di sottovalutazione: non avere previsto di consegnare le liste il giorno prima del richiesto». Nella lettura del ministro «questo decreto serve al Tar per decidere meglio. Ora è impossibile che ci dia torto».

Bonino: «Ora siamo alle leggi ad listas» - Stupore e sarcasmo. Emma Bonino, candidata presidente della regione Lazio per il centrosinistra reagisce così alla notizia del decreto del Cdm per le liste alle elezioni regionali. «Quando perderanno le elezioni - ha commentato l'esponente radicale a La Repubblica - faranno un decreto interpretativo». Al di là delle ironie, Emma Bonino si chiede: «In Veneto, in Emilia Romagna, nelle Marche, in Umbria, in Campania per le liste non ammesse come funziona? Lì ci sono cittadini di Serie B?». Per la candidata «qui si passa dalle leggi ad personas a quelle ad listas. A me pare che non ci sia limite all'impudenza. Francamente - aggiunge Bonino - questo non è più un Paese in cui le regole sono uguali per tutti. Lo sapevamo già, ma ora c'è la conferma. Mi interessa in questo momento capire se finalmente una parte dell'opinione pubblica avveduta comprende che non si può vivere senza stato di diritto. Penso - conclude la Bonino - sia necessaria una rivolta democratica. Ma le forme le vedremo, le cose si stanno svolgendo. Quello che trovo davvero incredibile è che ora ci si emozioni perché la cosa riguarda potenti e prepotenti».