2 maggio 2024
Aggiornato 08:30
Caos liste regionali

Il Decreto interpretativo crea imbarazzo tra Colle e Pd

La linea dura democratica deve fare i conti con le aperture del Quirinale

ROMA - I 'ruoli' sono diversi, un conto è il dovere di un capo dello Stato e altra cosa è il copione di un partito di opposizione, anzi del primo partito di opposizione, ma l'imbarazzo tra Pd e Quirinale per la vicenda del «decreto-interpretativo» è palpabile e rischia di diventare ancor più evidente se Giorgio Napolitano sceglierà di firmare il provvedimento appena varato dal Governo per sanare il caos delle liste non ammesse. L'apertura del Quirinale sembra addirittura aver colto di sorpresa, oggi pomeriggio, lo stato maggiore del partito, di sicuro comunque il Pd non solo non ha scelto di offrire 'sponda' al Colle, ma ha addirittura aperto un fuoco di sbarramento preventivo che certo non ha fatto piacere a Napolitano.

Bersani, quando si è avuta la certezza che il Governo avrebbe approvato oggi il decreto interpretativo, non ha perso tempo: «si vuole con questo decreto ovviare formalmente a obiezioni di tipo costituzionale come sarebbe stato per un decreto innovativo. Usano il dl interpretativo per arrivare comunque al risultato che gli serve per aggiustare il loro pasticcio, ma il trucco c'è e si vede, in alcuni casi fino al ridicolo. Se decidono così potranno aspettarsi solo una nostra ferma opposizione». Una stroncatura netta, che risultava ancor più evidente quando cominciava a circolare la disponibilità del Quirinale, pronto a 'valutare' un decreto interpretativo.

Eppure, i contatti con il Colle, secondo quanto viene riferito, non erano mancati e forse non è un caso che D'Alema, poco dopo il segretario, pronunciasse parole molto più misurate: «Vedremo di cosa si tratta - ha detto riferendosi al decreto - «Per quel che si capisce il governo ha rinunciato a cambiare la normativa in corso d'opera, che sarebbe stata una cosa gravissima».

Ma tra i democratici è prevalsa la linea dura, e non solo per non scoprirsi rispetto a Di Pietro e ai Radicali. Del resto, come faceva notare più di un dirigente oggi, «il problema non sono solo Bonino e Di Pietro, il problema è che siamo in campagna elettorale e non possiamo far finta di niente». Si vedrà cosa deciderà ora il Colle, ma certo oggi la distanza con il primo partito di opposizione è stata evidente.