Stop a Formigoni e a lista del Pdl Roma
La decisione in Lombardia appellabile a Tar e Consiglio di Stato. Lista civica Polverini: riammessi due candidati, problemi per un terzo
MILANO - La Corte di appello di Milano ha respinto il ricorso del Pdl contro al decisione di escludere la lista per la Lombardia di Roberto Formigoni dalle prossime elezioni regionali. Questo significa che la candidatura di Roberto Formigoni e di tutta la lista del Pdl in Lombardia sono, al momento, nulle. La decisione della Corte di appello è comunque appellabile al Tar ed, eventualmente, al Consiglio di Stato.
LAZIO - A Roma è stato respinto il ricorso della lista Pdl della provincia di Roma, depositato martedì mattina. «La lista Pdl Roma è fuori dalle elezioni, il ricorso è stato respinto» ha detto il coordinatore regionale Vincenzo Piso.
ATTESA PER IL RICORSO - Il Pdl è in fervente attesa per l'esito del ricorso presentato alla Corte d'Appello di Roma dato che il rigetto del listino farebbe cadere automaticamente la candidatura. In tribunale sono andati il coordinatore regionale Vincenzo Piso, il responsabile elettorale Ignazio Abrignani e il vice coordinatore Alfredo Pallone, la mancanza della cui firma sulla documentazione ha causato la non accettazione del listino. Pallone ha spiegato che nel ricorso ci sono due rami di documentazione: il primo è la ratifica della sua firma, il secondo è un documento nel quale viene espressa la tesi secondo cui per la validità della presentazione, ai sensi di legge, sarebbe bastata anche solo la firma del procurato principale, cioè Piso. «Abbiamo fornito un'ulteriore integrazione della documentazione per il listino del candidato presidente - ha spiegato quest'ultimo -, riteniamo che sarà risolutivo». «Spero che entro poche ore questa situazione si risolva» ha aggiunto Abrignani. La Corte d'Appello ha 48 ore per pronunciarsi sul nuovo ricorso, fino a venerdì mattina.
LA RUSSA: «PRONTI A TUTTO» - La tensione è stata rinfocolata, con nuove polemiche, dalle dichiarazioni che il ministro della Difesa La Russa ha rilasciato in due interviste: «Non accetteremo mai una sentenza che impedisca a centinaia di migliaia di nostri elettori di votarci alle regionali. Se ci impediscono di correre siamo pronti a tutto». Immediata la reazione del Pd e dell'Idv. «Se presi sul serio, questi vaneggiamenti mi preoccuperebbero, specie se detti dal ministro della Difesa» ha detto il leader dei democratici Pier Luigi Bersani. «Il ministro La Russa forse pensa di organizzare una nuova marcia su Roma? Se fosse così, ricordiamo a lui e a tutto l'esecutivo che l'Italia è ancora una democrazia, dove le sentenze dei giudici si devono rispettare e dove i cittadini non devono essere istigati a compiere reato» ha ironizzato l'eurodeputato dell'Idv Luigi De Magistris.
BOANIUTI - Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, giudica impensabile lasciare fuori dalle elezioni regionali liste del Pdl nel Lazio e nella Lombardia, ovvero in due regioni che rappresentano più di un quarto della popolazione italiana.
«Come si può pensare di lasciare senza scelta nel momento più alto della democrazia, quello del voto, due regioni che insieme rappresentano più di un quarto della popolazione italiana?», chiede Bonaiuti in una nota.
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