9 maggio 2024
Aggiornato 03:30
«Fango su di me»

Bertolaso: la Protezione Civile non è una «cupola» che dà appalti

Al centro Salaria «vado perchè frequentato da famiglie e bimbi. Vogliono distruggere la mia credibilità»

ROMA - «Noi non siamo una cupola che distribuisce appalti o favori»: lo ha detto Guido Bertolaso, intervistato da Reality, il programma di approfondimento del TgLA7 in onda stasera alle 23.40, riguardo l'indagine a suo carico. «Queste sono solo calunnie contro chi da 8 anni lavora per il bene del paese - ha aggiunto -la verità è che abbiamo dato fastidio a qualcuno», precisando poi che a sua opinione il fastidio è dato «all'opposizione e anche alla stampa e a diverse caste».

Quanto al centro Salaria Sport Village, di proprietà dell'imprenditore Diego Anemone, arrestato nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per le grandi opere, Bertolaso spiega: «Ci vado perché è un centro popolare. Frequentato da famiglie e bambini. Se fossi andato nel centro di cui è presidente Malagò mi avrebbero accusato di favorirlo perché era interessato ai mondiali di nuoto».

«Ho incontrato l'imprenditore Anemone all'Aquila. E' uno dei tanti imprenditori che conosco - ricorda - Gli ho detto di venire nella scuola della guardia di Finanza di Coppito e non in un appartamento o in un residence. Anemone mi ha chiesto: adesso con questa storia del G8 che dalla Maddalena si sposta, che succede? Gli ho risposto che dovevano andare avanti e rispettare i tempi previsti dall'appalto». Alla domanda se Anemone avesse chiesto o meno di ottenere un appalto all'Aquila, Bertolaso ha risposto:«In molti mi hanno chiesto appalti per L'Aquila, ma ogni appalto è passato per gare ufficiali. La commissione è stata spesso presieduta dal prefetto Gabrielli che è uomo al di sopra di ogni sospetto. Ed era lui che materialmente apriva le buste. Che la procura de L'Aquila adesso abbia chiesto le carte a quella di Firenze - ha concluso Bertolaso - è un atto dovuto ma vediamo ora cosa emergerà perché i processi sommari si facevano durante il fascismo».

«Il momento più difficile - ha poi confessato - per me è stato parlare alla mia famiglia il giorno in cui mi è arrivato l'avviso di garanzia per corruzione. Voi mi conoscete, ho detto, possibili passaggi di soldi sapete che non ce ne sono stati.

Per quanto riguarda possibili prestazioni sessuali mi sembra che le dichiarazioni rese dall'interessata confermino - conclude - che si è trattato solo di massaggi».