28 marzo 2024
Aggiornato 15:00
Zavoli riprova la mediazione

La Rai «boccia» il regolamento per le regionali

Domani la Presidenza della Vigilanza, ma sarà difficile che verranno apportate modifiche

ROMA - Il regolamento per le regionali, così com'è, rischia di incidere sui palinsesti della Rai e di creare disparità con le private. Questa la linea dei vertici Rai, che chiariscono di non avere margini: il regolamento si applica, non si interpreta. La palla torna dunque alla Vigilanza, l'unica sede dove eventualmente rimettere mano al testo. Il Presidente, Sergio Zavoli, prosegue nella sua mediazione e convoca per domani l'Ufficio di presidenza. Ma se nella maggioranza c'è chi ammette che c'è qualche «spazio di interpretazione» la via appare stretta.

MOLTI I DUBBI - Secondo le nuove regole, valide dal 28 febbraio per l'ultimo mese di campagna elettorale, i programmi di informazione devono ospitare le tribune politiche, che possono anche sostituirli o essere collocate in spazi analoghi. Tutti i programmi di informazione sono infatti sottoposti alle regole della comunicazione politica, che secondo la par condicio prevede appunto i confronti tra partiti e, aggiunge il regolamento, tra candidati. Molti i dubbi, tra conduttori e direttori di rete e testata, perplessità che lo stesso Presidente Paolo Garimberti ha evidenziato e che oggi, in Consiglio, sono state ribadite: il regolamento, questa la linea, incide negativamente sui palinsesti e rischia di creare una disparità tra l'informazione Rai e quella delle emittenti private. Detto questo, l'Azienda non può interpretarlo, ma solo applicarlo. L'auspicio che sarebbe emerso è che le nuove regole cambino, ma l'unica sede è la Vigilanza.

«CI SONO DEGLI SPAZI» - Il Presidente Zavoli, nella sua mediazione, punta sull'interpretazione delle norme, trovando pieno sostegno nell'opposizione e un varco nella maggioranza. «Ci sono degli spazi», dice il capogruppo Pdl Alessio Butti, ricordando però che il regolamento «non cancella niente» e che non esiste un rischio disparità con le private «che dovranno sottostare al regolamento che l'Agcom emanerà». Certo è «che la par condicio, una volta applicata integralmente, risulta decisamente da rivedere». In ogni caso di margini l'ala forzista della maggioranza, a quanto si apprende, ne vede pochi, avallata in questo dalla Lega che si oppone da giorni ad ogni possibile revisione del regolamento.