18 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Il «bavaglio» elettorale

In vigilianza RAI si cerca una mediazione

La richiesta Zavoli-Opposizione: «si farà una simulazione del regolamento». La Maggioranza è d'accordo

ROMA - Tutto si gioca in due settimane, da ora al 28 febbraio quando parte la seconda e ultima fase della campagna per le regionali. E' in questo lasso di tempo che ci si può muovere per modificare, se possibile, il regolamento per le prossime elezioni nella parte in cui prevede l'inserimento nelle tribune elettorali nei programmi d'informazione, tutti sottoposti alle regole della comunicazione politica. Per questo oggi, in Vigilanza, riferiscono i capigruppo Pd e Udc, Fabrizio Morri e Roberto Rao, il presidente Sergio Zavoli e l'opposizione hanno chiesto ai vertici Rai una simulazione sull'applicazione del regolamento. Richiesta approvata dalla maggioranza e che il direttore generale Mauro Masi ha accolto. Una risposta potrebbe arrivare già martedì, ed essere esaminata di nuovo dall'Ufficio di presidenza della Vigilanza.

Nel confronto informale con i vertici Rai e Calabrò, riferisce Giorgio Merlo, Pd, vice presidente della Commissione, «sono emerse tutte le criticità di questo regolamento, che l'azienda potrebbe interpretare, ma sempre nell'alveo dello stesso».

Ma Garimberti, critico sulle nuove norme, aveva chiarito già che se le regole fossero confermate la Rai avrebbe dovuto applicarle in maniera rigida. Posizione ribadita davanti alla Vigilanza, alla quale il Presidente rimette eventuali modifiche, sulle quali però la maggioranza per ora non cede. Di qui la strada della simulazione, chiesta ai vertici dal Presidente Zavoli, dal capogruppo Udc Rao, sostenuta da tutta l'opposizione e non contrastata dalla maggioranza. «Abbiamo chiesto all'azienda di fare una sorta di simulazione sull'applicazione del palinsesto.

La Commissione ha ancora due settimane prima dell'ultima fase di campagna elettorale, dunque potrebbe fare una lettura attenta dei dati che emergono ed eventualmente, in ufficio di presidenza, apportare dei correttivi».

Due le norme del regolamento su cui dovrebbe concentrarsi la simulazione. Il comma 9 dell'articolo 3 («le tribune politiche siano collocate negli spazi radio-televisivi che ospitano le trasmissioni di approfondimento più seguite, anche in sostituzione delle stesse, o collocate in spazi analoghi«) e il comma 4 dell'articolo 6, secondo cui i programmi di informazione devono sottostare «alle regole della comunicazione politica». Si tratta di capire, dice Rao, «quali sarebbero i programmi più seguiti, quali i sostituibili, quali gli spazi analoghi contando il rischio di una moltiplicazione delle tribune politiche». E, sull'altro fronte, «quali conduttori se la sentirebbero di sottostare alle regole della comunicazione politica». A quanto già risulta all'azienda, sarebbero più di venti i programmi che potrebbero ospitare tribune, da Annozero a Ballarò e Porta a porta, Report, ma anche La storia siamo noi, tutti i contenitori della mattina, Chi l'ha visto e, per la Radio, Un giorno da pecora, Prima pagina, Radio3 mondo, solo per citarne alcuni.