Egoismo, sospetto e competizione sono nella natura dell'uomo
Il Pontefice: «Una strana forza di gravità lo porta ad affermarsi sopra e contro gli altri»
CITTÀ DEL VATICANO - Egoismo, sospetto, competizione, ansia di «afferrare» e «fare da sé», sono sentimenti che abitano il cuore dell'uomo, secondo il Papa, che, nel messaggio per la Quaresima, traccia un quadro pessimistico dell'umanità e sottolinea la necessità di ispirarsi a Dio per promuovere la giustizia nel mondo.
«L'uomo è reso fragile da una spinta profonda, che lo mortifica nella capacità di entrare in comunione con l'altro. Aperto per natura al libero flusso della condivisione, avverte dentro di sé una strana forza di gravità che lo porta a ripiegarsi su se stesso, ad affermarsi sopra e contro gli altri: è l'egoismo, conseguenza della colpa originale». Il Papa prosegue: «Adamo ed Eva, sedotti dalla menzogna di Satana, afferrando il misterioso frutto contro il comando divino, hanno sostituito alla logica del confidare nell'Amore quella del sospetto e della competizione; alla logica del ricevere, dell'attendere fiducioso dall'Altro, quella ansiosa dell'afferrare e del fare da sé, sperimentando come risultato un senso di inquietudine e di incertezza. Come può l'uomo liberarsi da questa spinta egoistica e aprirsi all'amore?».
Per Benedetto XVI, il cui pensiero teologico trae spesso spunto dalla pessimismo antropologico di Sant'Agostino, «l'ingiustizia, frutto del male, non ha radici esclusivamente esterne; ha origine nel cuore umano, dove si trovano i germi di una misteriosa connivenza col male».
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