8 maggio 2024
Aggiornato 08:30
Israele chiede i pasdaran in black list Ue

Berlusconi: sogno Israele nella Ue

«Cultura giudaico-cristiana alla base della civiltà europea. Il mio compito è evitare che i leader cadano nell'indifferenza»

GERUSALEMME - «Il più grande sogno è annoverare Israele tra i paesi Ue»: così Silvio Berlusconi nel primo dei tre giorni della sua visita ufficiale in Israele, nella quale guida una delegazione di sette ministri. Oggi, Berlusconi vedrà il presidente israeliano Shimon Peres.

Ieri pomeriggio il presidente del Consiglio ha piantato un albero di ulivo a Gerusalemme alla Foresta delle nazioni, ed ha visitato il museo dell'Olocausto a Yad Vashem. Ad accoglierlo è stato il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Berlusconi è giunto in un tendone allestito davanti al parlamento, la Knesset. Qui ha tenuto un discorso, spiegando che «il più grande sogno quando sarò ancora protagonista della politica è annoverare Israele tra i paesi Ue».

Poi la tappa al museo dell'Olocausto a Gerusalemme. Berlusconi sul libro delle firme dei visitatori ha scritto: «La nostra anima urla 'Non è vero, non può essere vero' e poi, sconfitta grida 'Mai, mai più'». Con commozione profonda, Silvio Berlusconi».

In serata, la cena con il primo ministro israeliano. Israele è per l'Italia un paese amico e a un paese amico potete chiede «sicuri di ottenere tutto ciò che è giusto» ha ribadito Berlusconi nel brindisi. «Io - ha detto - continuerò semplicemente a fare quello che ho sempre fatto, convinto come sono delle vostre ragioni assolute e che non si può chiudere la propria vista a ciò che invece si presenta come pericoloso, come un ulteriore attacco all'esistenza e al benessere di un intero Stato, di un intero popolo come il vostro».

E ribadendo il ruolo dell'Italia come mediatore di fronte al mondo ha aggiunto, «Ho praticato una politica internazionale sempre in totale accordo con i premier di Israele, nella situazione attuale io credo che il mio compito sia proprio quello di far sì che i miei colleghi primi ministri europei e del mondo, non cadono nell'errore dell'indifferenza che già è stato l'errore di tutte le nazioni prima della grande tragedia sotto la Germania nazista».