19 aprile 2024
Aggiornato 08:00
«Squilibrio risorse con carta stampata»

La Fnsi critica il dl Romani

Il sindacato dei giornalisti ha inoltre espresso critiche alla modalità di calcolo del numero dei canali nel digitale terrestre

ROMA - «Contrarietà ad ogni provvedimento che appesantisca il già gravissimo squilibrio di risorse pubblicitarie tra tv e carta stampata, come accadrà assai probabilmente con il testo governativo, che rende più flessibili i limiti sulle interruzioni e modifica la normativa sulle autopromozioni nelle tv commerciali nazionali», è stata ribadita dal sindacato dei giornalisti chiedendo, pertanto, che venga chiamata in audizione anche la Fieg, ad esprimere il punto di vista del comparto più penalizzato dell'informazione italiana. Oggi il Segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, ed il Presidente, Roberto Natale, sono stati ascoltati dalle Commissioni Cultura e Trasporti della Camera in merito allo schema di decreto legislativo su tv e internet approvato dal governo a dicembre.

I due vertici sindacali hanno sottolineato che «anche il recepimento della disciplina europea in materia di product placement, cioè la pubblicità non dichiarata di prodotti all'interno dei programmi, avviene senza alcuna restrizione, come invece sarebbe indispensabile se si volesse tener conto dell'anomala ripartizione fra tv e giornali che distingue negativamente l'Italia dal resto dell'Europa occidentale. Il dilagare dei marchi in tv è fenomeno che, a giudizio del sindacato dei giornalisti, non può essere considerato solo in termini di calcolo economico, visto il suo impatto sul pubblico, in particolare su quello più giovane. E' auspicabile dunque che il Parlamento voglia acquisire in materia anche il parere del Consiglio Nazionale degli Utenti e del Comitato Media e Minori».

La Fnsi ha inoltre espresso critiche alla modalità di calcolo del numero dei canali nel digitale terrestre, che è fatta in modo da permettere l'aggiramento sostanziale dei limiti antitrust e da riprodurre i limiti del duopolio che hanno già profondamente segnato l'età dell'analogico. Il sindacato dei giornalisti ha confermato che la comunicazione della rete deve poter mantenere per intero il suo potenziale di libertà e di pluralismo. Non ha senso imporre le stesse norme alle quali giustamente sono sottoposti i siti di informazione professionale ad ogni blog, ne' sottoporre ad un regime di autorizzazione ogni sito che trasmetta immagini televisive continuate. La Fnsi ha infine presentato osservazioni in ordine al diritto d'autore e alla responsabilità editoriale. Sul primo punto si ritiene che gli autori (compresi quindi i giornalisti) presenti in tutti i media debbano veder tutelati i loro diritti morali e patrimoniali, ma il complesso dei saperi della rete ha bisogno di essere reso disponibile alla più ampia circolazione in maniera trasparente. Sul secondo aspetto va chiarito con nettezza che tutti i programmi di informazione professionale non possono che far capo all'autonomia e all'indipendenza del giornalista e alla responsabilità esclusiva del direttore, senza altri vincoli o autorizzazioni. «Il complesso di queste materie - hanno concluso Siddi e Natale - rende ancora più evidente la necessità di un ampio confronto per una normativa quadro avanzata e democratica. Non si può utilizzare lo strumento della decretazione per introdurre di volta in volta pezzi di riforma non dibattuti e spesso non compatibili fra loro».