Alleanza con Udc, discussione animata in riunione Pdl
Berlusconi: «Fu Fini a dire no ad intese variabili»
ROMA - Si è prolungata la discussione dell'ufficio di presidenza del Pdl sul nodo Udc. Il Popolo della libertà, infatti, ha discusso per oltre tre ore sulla convenienza delle alleanze con il partito di Pier Ferdinando Casini, dopo che il premier Silvio Berlusconi aveva sollevato perplessità sulla politica dei «due forni» portata avanti dai centristi, ricordando anche come era stato Gianfranco Fini, in passato, a sostenere che Casini avrebbe dovuto scegliere «da che parte stare», rinunciando alla politica dei due forni.
Diversi gli interventi a sostegno della necessità di un'intesa con l'Udc, da quello del sindaco di Roma Gianni Alemanno (sostenitore della validità dell'accordo sul nome di Renata Polverini) a quella del ministro dell'Attuazione del programma Gianfranco Rotondi. L'ala dura, invece, sembra essere capitanata dal capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto che, secondo quanto si apprende, avrebbe definita «cinica» la linea di Casini colpevole, a suo dire, di essere «convinto di avere in mano il pallino». Ma, avrebbe aggiunto Cicchitto, «bisognerebbe vedere i numeri».
Quasi tutti i dirigenti del Pdl hanno espresso critiche e perplessità portata avanti dall'Udc. Fra quelli che si sono mostrati più critici sulla possibilità di un'intesa con il partito di Casini ci sono Claudio Scajola, Sandro Bondi e Carlo Giovanardi. Diverso l'approccio di altri, come Fabrizio Cicchitto, che pur usando parole molto dure nei confronti dei centristi hanno però ribadito che l'avversario da battere è il Pd e che a livello locale è possibile raggiungere intese con l'Unione di centro. Anche Gianni Alemanno, Italo Bocchino e Gianfranco Rotondi si sono attestati su questa linea.
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