Il Papa: Gesù bambino era un rifugiato, garantire minori
Angelus per la giornata mondiale dei migranti: il bambino è prima di tutto una persona
CITTÀ DEL VATICANO - «Occorre porre ogni cura perché i minori che si trovano a vivere in un Paese straniero siano garantiti sul piano legislativo e soprattutto accompagnati negli innumerevoli problemi che devono affrontare»: così il Papa all'Angelus di oggi, giornata che la Chiesa cattolica dedica agli immigrati e ai rifugiati.
«Gesù Cristo, che da neonato visse la drammatica esperienza del rifugiato a causa delle minacce di Erode, ai suoi discepoli insegna ad accogliere i bambini con grande rispetto e amore», ha detto il Papa alle migliaia di fedeli raccolti a piazza San Pietro. «Anche il bambino, infatti, qualunque sia la nazionalità e il colore della pelle, è da considerare prima di tutto e sempre come persona, immagine di Dio, da promuovere e tutelare contro ogni emarginazione e sfruttamento. In particolare - ha aggiunto Benedetto XVI, che ha dedicato il messaggio di quest'anno sulle migrazioni ai minori - occorre porre ogni cura perché i minori che si trovano a vivere in un Paese straniero siano garantiti sul piano legislativo e soprattutto accompagnati negli innumerevoli problemi che devono affrontare. Mentre incoraggio vivamente le comunità cristiane e gli organismi che si impegnano a servizio dei minori migranti e rifugiati - ha concluso il Papa - esorto tutti a tenere viva la sensibilità educativa e culturale nei loro confronti, secondo l'autentico spirito evangelico».
«La presenza della Chiesa a fianco di queste persone - ha detto il Papa in riferimento a immigrati e rifugiati - è stata costante nel tempo, raggiungendo traguardi singolari agli inizi del secolo scorso: basti pensare alle figure del beato vescovo Giovanni Battista Scalabrini e di santa Francesca Cabrini. Nel Messaggio inviato per l'occasione ho richiamato l'attenzione sui migranti e i rifugiati minorenni».
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