4 maggio 2024
Aggiornato 12:01
Lotta alla mafia

Duro colpo a clan Cintorino: 21 arresti

Operazione congiunta dei Carabinieri e Guardia di Finanza. Sequestrati 26 immobili, 40 mezzi, 19 società per diversi milioni.

CATANIA - Ventuno arresti sono stati eseguiti stamani all'alba dei carabinieri di Catania e Giarre e della finanza di Catania ai danni del clan mafioso Cintorino, operante nella fascia costiera ionica, su disposizione della Dda di Catania. Due persone sono tuttora ricercate. Il gruppo criminale si occupava di delitti contro la persona, estorsioni a imprenditori e commercianti (12 gli episodi contestati) e di traffico e spaccio di droga. Nove arrestati sono già detenuti. Gli ordini di arresto hanno riguardato 32 persone, mentre sono 36 complessivamente le richieste di custodia avanzate dalla procura etnea. Gli arresti sono stati eseguiti a Calatabiano, Giarre, Giardini Naxos, Catania e Lentini, con l'impiego di 200 ufficiali e agenti, e di un elicottero.

Sequestrati 26 immobili (tra terreni e fabbricati), 40 tra autocarri, auto e moto; 19 tra società e imprese individuali, tra cui una famosa azienda agrituristica e vinicola, per un valore complessivo, in corso di quantificazione, di alcuni milioni di euro.

L'operazione, che porta la firma del procuratore della Repubblica Vincenzo D'Agata e dei sostituti Giovannella Scaminaci e Pasquale Pacifico, deriva il suo nome dal cognome dello storico capo del clan mafioso, Antonino Cintorino, attualmente detenuto e sottoposto al regime di carcere duro. Nonostante ciò, il boss riusciva a mantenere il ruolo di capo indiscusso della cosca tenendo i contatti con gli affiliati, usufruendo di consistenti introiti economici, fornitigli dagli associati in libertà.

Accertata l'esistenza di un vasto traffico di stupefacenti tra Sicilia, Spagna e Colombia. Sono state richieste ed effettuate alcune rogatorie internazionali e si è arrivati all'arresto, in territorio iberico, di alcuni corrieri, affiliati all'organizzazione, mentre trasportavano una quindicina di chili di cocaina. Accertato, infine, dagli inquirenti il tentativo d'infiltrazione nelle elezioni politiche amministrative del comune di Calatabiano del maggio 2007, quando la cosca tentò di sostenere la candidatura a sindaco di un candidato che poi però non fu eletto.