16 aprile 2024
Aggiornato 16:30
Elezioni regionali

La candidatura Bonino divide i Cattolici del PD

Bersani: «Non abbiamo pregiudiziali a candidati esterni al nostro partito: entro pochi giorni verificheremo questa e altre possibilità»

ROMA - Il Pd non ha sciolto il problema del proprio candidato nelle regionali del Lazio. Ieri, a precisa domanda su cosa ne pensasse della candidatura di Emma Bonino, il segretario Pierluigi Bersani se l'e' cavata con un diplomatico: «Non abbiamo pregiudiziali a candidati esterni al nostro partito: entro pochi giorni verificheremo questa e altre possibilità». Il sostegno alla Bonino appare quindi probabile, non fosse altro perché sul fronte del centrodestra la campagna elettorale di Renata Polverini è già a pieno regime, ma non sicura. A puntare i piedi è una parte della componente cattolica del Pd.

Un esplicito altolà arriva da Pierluigi Castagnetti, autorevole esponente degli ex Margherita: «Il sostegno alla candidatura Bonino deve essere discusso nella Direzione. Se ciò non avvenisse, sarebbe un clamoroso errore: configurerebbe un divorzio definitivo con l'elettorato cattolico, perdipiu' in una regione particolare come il Lazio». Il riferimento al Vaticano è chiaro. Castagnetti fa inoltre intuire che le conseguenze di un appoggio alla Bonino potrebbero rasentare la rottura interna.

Con Castagnetti è d'accordo l'onorevole Enzo Carra: «Per perdere le elezioni nel Lazio Emma Bonino va bene. Sono un grande ammiratore della Bonino, è molto brava e preparata ma così si perde». Ancora più netta la posizione dell'onorevole Paola Binetti: «Il sostegno del Pd a Emma Bonino sarebbe per me una ragione forte per andare via. Quella candidatura non va bene, è anticlericale». L'esponente cattolica auspica una candidatura che sia «la sintesi tra le sensibilità diverse presenti nel partito: Linda Lanzillotta è laica ma non anticlericale o laicista, Enrico Letta, ha una solida formazione cattolica».

Più possibilisti i senatori cattolici Maria Pia Garavaglia e Lucio D'Ubaldo. «Sono stato tra i primi a proporre il nome di Emma Bonino. Sarebbe una risposta autorevole, con provate e riconosciute capacità di governo.

Il Pd non può comunque cancellare la strategia assunta finora: si vince sempre al centro e si perde quando si umilia la sensibilità dei credenti», precisa D'Ubaldo.
Giuseppe Fioroni, ex ministro della Pubblica istruzione, esponente della minoranza del Pd, ci tiene a precisare: «Il voto cattolico si conquista con rigore e serietà e questo vale anche per Emma Bonino. Ci vuole umiltà, per scansare l'illusione che basti una battuta per risolvere un problema politico». Non è perciò scontato il sostegno del Pd alla leader radicale. Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, continua a incontrare molti esponenti del Pd del Lazio.

Alcune indiscrezioni sull'esito di queste consultazioni non escludono lo svolgimento delle primarie tra diverse ipotesi di candidatura per evitare ulteriori conflitti con i cattolici del partito. Sul Pd del Lazio preme pure Antonio Di Pietro: «Con Bersani ho parlato ma sinceramente devo dire che non ho capito cosa ha detto. Il nostro è un ultimatum: siamo pronti a rinnovare l'alleanza». L'Idv non ci sta a essere considerato una sorta di alleato di ripiego, dal momento che il Pd ha visto sfumare l'intesa con l'Udc. Mentre la discussione agita il Pd, l'Udc ha ufficializzato il sostegno a Renata Polverini con una conferenza stampa congiunta di Lorenzo Cesa, segretario del partito, e della candidata del centrodestra. Questo accordo è uno smacco per il Pd che ha cercato di stringere un patto con l'Udc a livello nazionale a iniziare da Lazio e Puglia.

Proprio in Puglia la situazione sembra in un vicolo cieco. «Non abbiamo pregiudiziali verso il presidente uscente Vendola. Se avessimo avuto le condizioni di avere uno schieramento vincente attorno a lui, non saremmo andati a cercare altre strade», ha detto Bersani nella sua conferenza stampa di ieri. Quanto poi alla possibilità che in Puglia la coalizione di centrosinistra possa far svolgere delle primarie sui nomi di Nichi Vendola e Francesco Boccia (quest'ultimo ha l'appoggio dell'Udc), Bersani ha lasciato ogni decisione all'assemblea pugliese del Pd in calendario nei prossimi giorni.

La risposta di Vendola resta la stessa delle ultime settimane: «Senza il verdetto delle primarie, io non mi ritiro. Se le perdo, sarò un sostenitore leale di Boccia». In assenza di primarie, c'è perciò la possibilità che il centrosinistra si presenti con due liste: quella di Vendola, quella di Boccia. Sinistra ecologia e libertà, il movimento di cui è portavoce Vendola, ha intanto annunciato il proprio ritiro dai tavoli del centrosinistra dove si discutono le liste elettorali in tutte le altre regioni.