1 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Protesta la CISL

Immigrati: domani in aula testo Pdl sulla cittadinanza

Il testo di partenza licenziato dalla commissione Affari costituzionali è stato scritto da Isabella Bertolini

ROMA - Approda domani in Aula per la discussione generale il DdL sulla cittadinanza agli immigrati. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, lo aveva infatti inserito nel calendario d'Aula di dicembre, in coda alla sessione di bilancio, indipendentemente dallo stato dell'esame del testo in commissione Affari Costituzionali.

Il testo di partenza licenziato dalla commissione Affari costituzionali è stato scritto da Isabella Bertolini, del PdL, e di fatto mantiene invariate le norme attuali, anzi restringendole: gli immigrati dovrebbero comunque risiedere regolarmente per almeno dieci anni in Italia prima di diventare italiani, ma anche frequentare corsi obbligatori di storia e cultura italiana ed europea, educazione civica e Costituzione. I loro figli nati nel nostro Paese potrebbero ancora chiedere la cittadinanza solo dopo aver compiuto 18 anni, ma a patto di aver frequentato con profitto tutta la scuola dell'obbligo.

Di segno opposto le posizioni del centrosinistra e di quella parte del centro-destra più vicina al presidente della Camera Gianfranco Fini. Erano contenute nella proposta di legge firmata dal deputato Pd Andrea Sarubbi e dal collega del PdL Fabio Granata, un testo fermato in commissione i cui punti principali potrebbero però riapparire come emendamenti durante la discussione in Aula. Secondo la Sarubbi-Granata, sarebbe subito italiano chi nasce qui se la madre o il padre è legalmente in Italia da almeno cinque anni, e diventerebbe italiano il minore che completa almeno un ciclo di studi in Italia. Cittadinanza anche per chi è arrivato in Italia quando aveva al massimo cinque anni e vi ha risieduto legalmente fino alla maggiore età. Gli stranieri adulti potrebbero invece acquistare la cittadinanza dopo cinque anni di residenza legale. Dovrebbero però avere un reddito non inferiore a quello richiesto per il permesso da lungo soggiornanti (poco più di 5mila euro), una conoscenza di base dell'italiano parlato e una conoscenza soddisfacente della vita civile e della costituzione italiana. Il voto sulle nuove norme sarebbe previsto per la seconda settimana di gennaio ma non sarà facile giungere a una mediazione e con tutta probabilità di andrà oltre.

E mentre la Cisl giudica negativamente il testo Bertolini e indice per domani un sit in di protesta davanti a Montecitorio per chiedere al Parlamento italiano di «evitare discriminazioni nel riconoscimento della cittadinanza, tenendo nella giusta considerazione il diritto degli immigrati di seconda generazione, in maggioranza nati in Italia che parlano la lingua italiana e frequentano le nostre scuole», Cittadinanzattiva giudica il testo «un grave passo indietro» rispetto ad una normativa «già vecchia e inadeguata che caratterizza il nostro Paese rispetto al resto d'Europa».

Intanto Fini propone di concedere la cittadinanza ai bambini figli di immigrati che abbiano completato almeno le scuole elementari e che siano stati, durante il primo ciclo di studi, ininterrottamente in Italia.