19 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Il presidente di Telecom, Gabriele Galateri: con l’ICT il 15% in meno di emissioni

Clima: fallita la responsabilità, bisogna puntare sulla convenienza

Intanto a Milano è scontro nel Pdl sul Ticket ecologico

Vale la pena riprendere il discorso sul semifallimento del vertice di Copenhagen per soffermarci su un punto: dove finiscono le responsabilità dei «grandi» e dove cominciano quelle dei «piccoli», cioè di noi singoli utenti di questo pianeta.
Lo spunto per riprendere l’argomento ci viene da Milano, dove è in corso uno scontro, con tanto di ribellioni e dimissioni, all’interno del Pdl che ha coinvolto anche il sindaco, Letizia Moratti, appena reduce dall’avere ricevuto la tessera del partito.

ECOPASS - La natura del contendere milanese ha molto a che fare con il clima, con i temi trattati a Copenhagen, con le delusioni scaturite dal vertice.
A scatenare la lite dentro la maggioranza che governa Milano è stata infatti la proroga di uno dei provvedimenti ecologici più innovativi introdotti dall’era Moratti. Stiamo parlando dell’Ecopass, ossia il ticket d’ingresso che devono pagare le auto inquinanti per entrare in città.
L’ Ecopass, è bene ricordarlo è l’unico provvedimento italiano paragonabile a quelli già adottati da tempo in molte metropoli sparse per il mondo. Singapore, tanto per ricordarne qualcuna, lo ha adottato dal 1975. A Londra il pedaggio è in vigore dal 2003. A Stoccolma, dopo sette mesi di prova, è in vigore dal 2007.
Proprio sull’esempio di Stoccolma, Milano lo scorso anno, ha deciso di introdurre la tassa ecologica di ingresso in via sperimentale. Ed è per questo che alcuni maggiorenti della coalizione di maggioranza a Palazzo Marino nei giorni scorsi si sono riuniti per decidere il da farsi in prossimità della prossima scadenza del periodo di prova.
I big presenti, dal coordinatore del Pdl, Ignazio la Russa, al leghista Matteo Salvini, al sindaco Moratti, oltre al vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi, e al sottosegretario all’Economia, Luigi Casero, non se la sono sentita di rendere perpetuo il ticket ma, soddisfatti dei risultati che ha dato finora, hanno deciso di prorogare di un altro anno la sperimentazione, e al tempo stesso di estendere il pedaggio anche ad alcune categorie di auto finora escluse.
Non lo avessero mai fatto. La base del Pdl, evidentemente contraria la mantenimento del ticket ecologico, è insorta per essere stata tenuta fuori dalla decisione, ma soprattutto perché determinata a dire basta al pedaggio.
Il vicecoordinatore cittadino del Pdl, presidente della Commissione trasporti, e parente acquisito di La Russa, per protesta contro la proroga del ticket, è arrivato addirittura a dare le dimissioni da tutte e due le cariche che ricopre.

Alla luce di questo episodio che avviene nel cortile di casa nostra non è una forzatura chiedersi:
se gli amministratori di una delle città più ricche d’Europa sono terrorizzati dall’idea di chiedere un piccolo sforzo a quei cittadini che inquinano con le loro auto, come era pensabile che uno sforzo molto maggiore i governanti di paese poveri, o solo da poco usciti dalla povertà, potessero chiederlo alle rispettive popolazioni?
Dunque non c’è via di uscita? Visto il fallimento dei progetti radicali, forse sarebbe utile guardare con più attenzione a quella sfera di ecologisti che con realismo hanno cominciato a dialogare con gli economisti per trovare un punto di incontro accettabile che non ci inchiodi all’immobilismo.
Il compromesso potrebbe poggiare sull’assunto che, fallito il richiamo al senso di responsabilità, forse è arrivato il momento di puntare di più sulla convenienza.
I dati che provengono da questo versante sono incoraggianti e riscontrabili, poiché puntare sulla convenienza vuol dire avviare un processo tecnologico planetario con il duplice obiettivo di salvaguardare la salute del pianeta e di rilanciare l’economia.

RIVOLUZIONE DIGITALE - Nei giorni scorsi il presidente della Telecom, Gabriele Galateri, ha elencato una serie di risparmi energetici che potrebbero essere garantiti da una accelerazione della rivoluzione digitale. E’ stato stimato , ha detto Gabriele Galateri che il settore dell’Information Communication technology, con la de-materializzazione delle economie, aiutandoci a cambiare il nostro di vivere, lavorare, apprendere, viaggiare e comunicare, potrebbe permettere di ridurre le emissioni di CO2 connesse alla produzione di beni e servizi di circa il 15 per cento.
La prescrizione medica digitale e l’invio telematico di certificati medici, tanto per scendere ad un esempio in soldoni, quando sarà a regime consentirà un risparmio di un miliardo di euro.
E’ difficile dire se la convenienza basterà ad evitare che si finisca tutti bolliti dall’effetto serra. Forse non sarà sufficiente.
Ma da Copenhagen un messaggio è partito che non deve restare inascoltato: quello che è partito dai paesi poveri, con il quale hanno ricordato ai paesi ricchi che il primo passo per salvare il pianeta spetta a chi, in nome del proprio interesse, ne ha minato seriamente a salute.
Sarebbe oltretutto inutile aspettarselo da chi ne sta già subendo gli effetti senza nemmeno averne avuto i benefici.