25 aprile 2024
Aggiornato 02:00

Fioroni, Treu, Costa: bisogna fare molto di più per i giovani

ROMA - «Sia in Europa che in Italia occorre fare meglio e di più per i giovani». A dichiararlo di fronte ad una vasta platea composta per lo più da ragazzi è stata questa mattina Silvia Costa, parlamentare europea, in apertura del convegno di questa mattina alla Camera dei Deputati sul tema «Obiettivo Giovani, quali politiche in Europa e in Italia», promosso dalla stessa esponente del Pd insieme al gruppo dell'Alleanza progressista dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo.

«Bisogna che la politica -ha aggiunto Silvia Costa- assuma i giovani come priorità. Non è più tollerabile che la crisi paralizzi soprattutto la nuova generazione. E' necessaria anche più partecipazione, più protagonismo da parte dei giovani nelle proposte che sotto ogni aspetto li riguardano. Formazione, buona occupazione, cittadinanza, dovranno divenire le parole d'ordine su cui misurare interventi condivisi trovando risposte concrete e credibili nel breve termine».

Guardando alla situazione in Italia, Tiziano Treu, vicepresidente della Commissione Lavoro del Senato, ha spiegato come per il sostegno all'occupazione giovanile sia necessario «un impegno più ampio diretto a promuovere l'autonomia dei giovani e a superare quella che è stata chiamata la sindrome del ritardo, per cui le nuove generazioni italiane ritardano la completa transizione all'età adulta rispetto ai loro coetanei europei e godono di prospettive così limitate da indurre in molti «talenti» la tentazione di fuggire dal paese. Occorrono interventi convergenti: una formazione non solo più elevata e diffusa, ma meglio corrispondente alle esigenze del mondo del lavoro, di durata ragionevole, che non ritardi l'entrata al lavoro, integrata da forme di combinazione scuola/lavoro».

«I nostri figli vivono in un contesto di grande difficoltà - ha dichiarato a margine dei lavori del convegno il responsabile Welfare del Pd, Giuseppe Fioroni - sono circondati da problematiche stringenti e da un sistema bloccato nelle università, nel mondo delle professioni, nel mondo dell'economia. Ritengo che la scuola e il mondo della formazione devono tornare ad essere quell'eccezionale ascensore sociale che in passato ha fatto sì che molti giovani, pur provenendo da situazioni familiari complicate, potessero raggiungere incarichi e mansioni prestigiosi e ben remunerati. Ebbene, tutto il lavoro fatto in questa direzione noi lo abbiamo portato nel Pd. Ed è proprio da lì che dobbiamo ripartire, ascoltando le idee dei giovani rendendoli protagonisti del dibattito. Solo così possiamo prepararci ad essere alternativa di governo per questo paese».