4 maggio 2024
Aggiornato 01:00
Religione & Società

Benedetto XVI ribadisce il suo no a leggi pro aborto e eutanasia

E norme su sperimentazione genetica e anti matrimonio uomo-donna

CITTÀ DEL VATICANO - Il Papa torna a condannare le leggi a favore di aborto, eutanasia e «disinvolte sperimentazioni genetiche», così come contrarie al matrimonio tra uomo e donna, nel corso dell'udienza generale in aula Paolo VI, in Vaticano, e denuncia il «pericoloso scollamento» che, in alcuni paesi, la Santa Sede registra tra la libertà e la ragione.

«Il tema del rapporto tra legge naturale e ordinamento giuridico positivo mediato da equità e anche e proprio oggi di grande importanza», ha dotto Benedetto XVI in una catechesi dedicata alla figura di Giovanni di Salisbury, monaco medievale che elaborò il concetto di legge naturale cara Ratzinger. «Nel nostro tempo, soprattutto in alcuni paesi, c'è - ha proseguito Benedetto XVI - uno scollamento preoccupante tra ragione, che ha il compito di scoprire i valori etici della dignità umana, e la libertà, che ha la responsabilità di accoglierli e promuoverli. Forse Giovanni di Salisbury, ci ricorderebbe oggi - ha detto ancora il Papa - che solo le leggi che tutelano la sacralità della vita umana e respingono la liceità dell'aborto, dell'eutanasia e delle disinvolte sperimentazioni genetiche, leggi che rispettano il matrimonio tra un uomo e una donna e che si ispirano ad una corretta laicità dello Stato, che comporta sempre il rispetto della libertà religiosa, e il principio di sussidiarietà a livello nazionale e internazionale. Diversamente - secondo il Papa - finirebbe per instaurarsi la tirannia di quello che Giovanni di Salisbury definiva il principe o, noi, diremmo la dittatura del relativismo, relativismo che, come ricordavo qualche anno fa, non riconosce nulla come definitivo e lascia come ultima misura il proprio io e le sue voglie».

Alla legge naturale, per il Papa, devono fare riferimento le «autorità politiche e religiose» al fine di «promuovere il bene comune».