25 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Religione & Società

Il Papa: i paesi industrializzati e emergenti causano la crisi ambientale

«La Proprietà privata non ostacoli la destinazione universale dei beni»

CITTÀ DEL VATICANO - Il Papa punta il dito contro la «responsabilità storica» dei paesi industrializzati e il rischio rappresentato dai paesi emergenti, nel provocare l'attuale crisi ecologica. «Va ribadita l'urgente necessità morale di una rinnovata solidarietà intra-generazionale, specialmente nei rapporti tra i Paesi in via di sviluppo e quelli altamente industrializzati»; scrive il Papa nel messaggio per la Giornata mondiale della pace che verrà celebrata il prossimo primo gennaio.

«La crisi ecologica mostra l'urgenza di una solidarietà che si proietti nello spazio e nel tempo. E' infatti importante riconoscere, fra le cause dell'attuale crisi ecologica, la responsabilità storica dei Paesi industrializzati. I Paesi meno sviluppati e, in particolare, quelli emergenti - ha aggiunto in implicito riferimento a paesi come Cina e India - non sono tuttavia esonerati dalla propria responsabilità rispetto al creato, perché il dovere di adottare gradualmente misure e politiche ambientali efficaci appartiene a tutti. Ciò potrebbe realizzarsi più facilmente se vi fossero calcoli meno interessati nell'assistenza, nel trasferimento delle conoscenze e delle tecnologie più pulite».

Benedetto XVI sottolinea anche che «i costi derivanti dall'uso delle risorse ambientali comuni non possono essere a carico delle generazioni future». Secondo il Papa, «l'uso delle risorse naturali dovrebbe essere tale che i vantaggi immediati non comportino conseguenze negative per gli esseri viventi, umani e non umani, presenti e a venire; che la tutela della proprietà privata non ostacoli la destinazione universale dei beni; che l'intervento dell'uomo non comprometta la fecondità della terra, per il bene di oggi e per il bene di domani».