29 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Domani le mozioni in Senato

Riforme, il Pd punta a intesa bipartisan

Nella mozione del Pdl anche la riforma della Giustizia e il presidenzialismo. Il Ministro Bossi sarà presente in aula

ROMA - Chi si rivede, le riforme: domani l'aula del Senato discuterà e voterà sulle mozioni presentate dai diversi gruppi in tema di possibili modifiche alla seconda parte della Costituzione. Nel clima di rovente polemica che contraddistingue da mesi il confronto politico, si cerca una convergenza tra gli schieramenti. Il Pd aveva chiesto la presenza di Silvio Berlusconi incontrando lo scetticismo del capogruppo Pdl Maurizio Gasparri, domani in aula a nome del Governo ci sarà il ministro delle Riforme Umberto Bossi, leader della Lega. Del resto, proprio qui al Senato, con il 'metodo Calderoli', era stata sperimentata, nel percorso parlamentare del federalismo fiscale, la via di un possibile dialogo costruttivo maggioranza-opposizione sulle riforme. Dibattito con i big di palazzo Madama: previsti interventi dei capigruppo Maurizio Gasparri (Pdl), Anna Finocchiaro (Pd), Felice Belisario (Idv).

Pd e Udc da un lato, Pdl e Lega dall'altro hanno presentato documenti comuni. L'asse della mozione dei due gruppi di opposizione ruota attorno alla cosiddetta bozza Violante, approvata in commissione alla Camera nella scorsa legislatura. Si parla di «interventi mirati e limitati» e si impegna il Governo a incoraggiare il confronto parlamentare e «a sostenere l'inserimento nel progetto di riforma di due temi sui quali esiste già larghissimo consenso tra le forze politiche: da una parte la riduzione del numero dei parlamentari, dall'altra il superamento del bicameralismo paritario, con l'attribuzione al Senato anzitutto della funzione normativa legata al territorio».

Il Pdl però anche oggi ha contestato il «minimalismo» dell'impostazione del Pd e chiede con Gasparri di inserire nell'agenda delle riforme anche «la separazione delle carriere dei magistrati, la riforma del Csm e il presidenzialismo». La mozione Pdl-Lega-Mpa, primi firmatari lo stesso Gasparri, il suo vice Quagliariello, i capigruppo della Lega Bricolo e dell'Mpa Pistorio, ai temi citati dall'opposizione e al comune auspicio di un testo di riforma «condiviso dalla più ampia maggioranza parlamentare» aggiunge la richiesta al Governo di «promuovere l'avvio della discussione sul rafforzamento dei poteri dell'esecutivo, nell'ambito di una coerente ed equilibrata revisione della forma di governo» e quella di «stimolare una riforma delle norme di rango costituzionale che sovrintendono il funzionamento del nostro sistema giudiziario».

Niente modifiche sulla giustizia, per l'Idv, che ha presentato una sua mozione autonoma dai due grandi aggregati di maggioranza e opposizione: nella mozione dipietrista si cita la bozza Violante ma nel dispositivo finale vengono aggiunti temi come «il mantenimento dell'assetto costituzionale vigente» su articolo 68 (immunità parlamentare), «ordinamento giurisdizionale» e «norme sulla giurisdizione».

Il Partito democratico, che aveva preso l'iniziativa due settimane fa in conferenza dei capigruppo, proponendo l'adozione di un documento bipartisan sulle riforme, ci crede ancora: «Sono mozioni, non provvedimenti di legge - dicono al gruppo Pd - dobbiamo fare solo un elenco dei punti sui quali intervenire». Al Pdl invece c'è qualche scetticismo in più, che prende le mosse anche dalle parole di Gasparri. Tra gli azzurri si giudica «difficile» la convergenza.